Storia della Repubblica Italiana: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Gli anni '80: il concordato del 1984 |
Le cifre del miracolo economico |
||
Riga 26:
==Gli anni del "miracolo economico"==
''(Indicativamente dal [[1958]] al [[1963]]).''
== Le cifre del miracolo economico ==
Tra il 1958 e il 1963 l'economia italiana, ma anche la società e le famiglie italiane si trasformarono completamente in seguito al c.d. '''miracolo economico'''.
In questi anni il [[Prodotto interno lordo]], che fino al 1958 era cresciuto in media del 5.5%, crebbe nei sei anni successivi del 6.3%. Tale crescita rappresentò un record nella storia dell'Italia. Il [[reddito pro capite]] passò da 350000 lire a 571000 lire. Tra il 1958 e il 1959 gli investimenti lordi crebbero del 10% e tra il 1961 e il 1962 l'incremento era del 13%. Questi numeri ridussero sensibilmente il divario storico con i grandi Paesi europei: [[Inghilterra]], [[Germania]] e [[Francia]].
La crescita del reddito pro capite produsse l'aumento dei consumi individuali che registrarono una crescita media di cinque punti percentuali l'anno. La domanda di beni durevoli ( automobili, elettrodomestici, ecc. ) raggiunse una crescita annua pari al 10.4%.
Importanti cambiamenti ci furono anche nell'alimentazione grazie alla diffusione del frigorifero. Questo elettrodomestico fino al 1955 rappresentava un bene di lusso; dieci anni dopo il frigorifero era presente nel 30% delle case degli italiani. Come gli elettrodomestici, anche le automobili e le motociclette divennero beni accessibili per un gran numero di italiani. Si affermarono marchi come: Fiat, Gilera, Lancia, Alfa Romeo e Piaggio.
L'industria registro una crescita pari all'84% tra il 1953 e il 1961. A testimonianza di tale crescita può essere considerato questo dato: nel 1947 Candy produceva una lavatrice al giorno, nel 1967 una ogni 15 secondi. La produzione industriale raggiunse tali livelli grazie alle nuove tecnologie di produzione che arrivavono in gran parte dagli [[Stati Uniti]] ma anche grazie ad una manodopera che aveva dei salari bassissimi.
L'elevata disponibilita della manodopera era dovuta ad un forte flusso di migrazione dalle campagne alle città e dal sud verso il nord. Chi si trasferiva, dal sud al nord o dalle campagne verso le città, spesso si trovava in condizioni economiche disperate. Tali condizioni disperate portavano questa gente ad accettare condizioni di lavoro pesanti e mal retribuiti.
Contestualmenta all'aumento dell'industrializzazione si verificò la diminuzione della produzione agricola. Tra il 1954 e il 1964 in tutta Italia vi fu una diminuzione di 3 milioni di posti di lavoro nel settore agricolo. Il peso dell'agricoltura si ridusse del 10.8% del [[Prodotto nazionale lordo]].
Questo notevole sviluppo fu possibile anche grazie all'intervento dello Stato nell'[[economia]]. Lo Stato intervenne con politiche economiche di stampo Kynesiano. L'intervento del governo nell'economia avvenne soprattutto attraverso l'aumento della spesa pubblica e la creazione di società a partecipazione statale. Inoltre fondamentale fu l'intervento dello Stato nella realizzazione delle infrastruture necessarie per lo sviluppo del mercato. In tale ambito un importate ruolo fu ricoperto dall'[[IRI]]. L'IRI ( che fu costituita nel 1933 ) intervenne sostanzialmente nella costruzione della rete autostradale ( costitui la società autostrade ) e nel potenziamento del settore dei trasporti sia automobilistico sia navale e aereo ( costituzione dell'[[Alitalia]] ).
Infine, contribui alla crescita dell'Italia un fattore esterno, cioè, la creazione del Mercato comune europeo e la creazione della [[CEE]] nel 1957, a cui l'Italia aderi da subito. Con la creazione del mercato comune europeo vi fu l'aperture delle frontiere col conseguente aumento delle esportazioni tra i Paesi europei.
Il boom economico provocò, anche, l'aumento del divario economico tra il nord e il sud d'Italia. Si cercò di ridurre tale squilibrio, tra nord e sud, con la creazione della [[Cassa per il Mezzogiorno]] ma i risultati ottenuti con la "cassa" non furono soddisfacenti
In conclusione c'è da dire che grazie al miracolo economico l'Italia usci dall'arretratezza in cui versava. Tuttavia un prezzo alto fu dovuto pagare soprattuto da chi, per vivere, fu costretto ad abbandonare la propria terra d'origine per trasferirsi nelle grandi città industriali.
Il miracolo economico non fu gratis. Vedi anche ''[[Strage del Vajont]]''.
|