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==Trama==
Walter Ferroni ([[Ugo Tognazzi]]) è il direttore sportivo-factotum (oggi diremmo general manager) di una squadra di calcio che sopravvive nella bassa classifica della [[Serie A]] degli anni '80 tra problemi finanziari, piccoli imbrogli e tanta passione.
Dopo anni di difficoltà e di bilanci "aggiustati con la scolorina", Ferroni riesce a fare acquistare la squadra dal ricco industriale Di Carlo ([[Lino Capolicchio]]), credendo che questi si limiterà a finanziare la società
La nuova gestione parte con baldanza, ma senza l'esperienza e i contatti di Ferroni incontra subito notevoli difficoltà. Il nuovo presidente impara a proprie spese che gestire una società di calcio è molto diverso dal gestire un'azienda. La squadra passa da una sconfitta all'altra, sino a quando l'allenatore Corti e lo stesso Di Carlo vengono pesantemente contestati e minacciati dai tifosi. Il presidente ritorna sui suoi passi e richiama Ferroni, che rende la squadra nuovamente competitiva e vince la prima partita della sua nuova gestione con una mossa coraggiosa e disperata: sostituisce a pochi minuti dalla fine della gara interna con l'Avellino il vecchio e corrotto centravanti Boschi ([[Massimo Bonetti]]) con il giovane diciasettenne Paolo Tassoni della squadra "primavera" che realizza il gol decisivo, proprio all'ultimo minuto.
==Commento==
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==Curiosità==
Il nome della squadra non è mai nominato, ma i colori sociali (biancorossi) e alcuni particolari sembrano adombrare una squadra del nord-est, il Vicenza, archetipo e simbolo delle squadre minori della serie A in quegli anni. Inoltre
==Voci correlate==
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