Giotto: differenze tra le versioni

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A Rimini nacque una [[scuola riminese|scuola]] che ebbe un breve periodo di splendore con [[Neri da Rimini]], [[Giuliano Da Rimini]], [[Giovanni da Rimini]], il [[Maestro dell'Arengario]]. Tra gli autori di opere interessanti ci fu il [[Maestro della Cappella di San Nicola]], i cui affreschi della [[Basilica di San Nicola da Tolentino (Tolentino)|Basilica di San Nicola da Tolentino]] e dell'[[Abbazia di Pomposa]] filtrarono la matrice giottesca con influenze locali e, soprattutto, bolognesi. Questa scuola emiliana-romagnola produsse dei capolavori anche nel campo della miniatura.
 
L'influenza di Giotto si estese, poi, anche alle scuole settentrionali come dimostra l'arte, successiva di due generazioni, di [[Altichiero]], [[Guariento]] e [[Giusto de' Menabuoi]]. Anche a [[Napoli]] la presenza di Giotto lasciò un'impronta duratura, come si evince dalle opere di artisti quali [[Roberto d'Oderisio]] (attivo dagli anni '30 del Trecento e menzionato fino al [[1382]]), che decorò la [[chiesa dell'Incoronata]] con effreschiaffreschi di aristocratica eleganza (oggi staccati e conservati a [[chiesa di Santa Chiara (Napoli)|Santa Chiara]]).
 
Non è ancora chiaro invece il rapporto tra Giotto e la [[scuola romana]], in particolare gli studiosi non concordano se siano stati i romani ([[Pietro Cavallini]], [[Jacopo Torriti]], ecc.) a influenzare Giotto e i toscani o viceversa. Gli studi più recenti sembrano propendere maggiormente per la prima ipotesi. In ogni caso le attività artistiche a Roma decaddero inesorabilmente dopo il trasferimento del [[papato]] ad [[Avignone]] nel [[1309]].