Gran Zebrù: differenze tra le versioni

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La zona fu interessata, nel periodo tra il [[1915]] e il [[1918]], dal [[fronte]] [[Italia|italo]]-[[Impero Austro-Ungarico|austriaco]] nel contesto della [[Prima guerra mondiale]]. Nella fattispecie, il Gran Zebrù fu occupato dagli [[Schützen]] di Nauders il 17 maggio del [[1917]], salendo da est lungo un difficile pendio ghiacciato. La cima servì quindi da vedetta finché anche gli [[Alpini]] italiani non tentarono di attaccarla.
 
La salita dal versante lombardo, ove si trovava la postazione italiana, presentava però grandi difficoltà tecniche e logistiche. Gli Alpini, più alpinisti che soldati in queste occasioni, disposero una corda fissa per i primi 300 metri di salita (la parete ne misura circa mille) per facilitare l'attacco (in entrambi i sensi, sia alpinistico che militare) alla cima. Nella notte del 3 di giugno, cinque soldati scelti guidati dal sergente Giuseppe Tuana Franguel, seguiti da una squadra con i rifornimenti e le munizioni, si inerpicò lungo la corda sino al termine, ove iniziava la scalata vera e propria.<br />Nella completa oscurità i cinque alpini approcciarono la parete, affrontando una via mista (roccia e ghiaccio) che si sviluppava per circa 700 metri, sino a guadagnare la cresta sommitale, a pochi metri dalla vetta ove si trovava la postazione austriaca. Appena fu giorno, fecero fuoco su di essa uccidendo la sentinella e si attestarono nella scomoda posizione a poche decine di metri dagli austriaci. In un paio di mesi venne costruita una baracca e scavata una piccola galleria nella roccia. La postazione assunse il nome quantomai appropriato di "Nido d'Aquila". Nonostante i continui tentativi di sloggiare il nemico da parte di entrambi i contendenti, le posizioni rimasero immutate fino alla fine della guerra.<ref>[http://www.waltellina.com/ascensioni/cimadisolda/index.htm Battaglie sul Gran Zebrù su www.waltellina.com]</ref>. <ref>[Luciano Viazzi, "Guerra d'Aquile", Arti Grafiche R.Manfrini, 1967]</ref>
 
===L'impresa di Diemberger===