Futurismo: differenze tra le versioni

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Le radici del fermento che porterà alla declinazione del futurismo nell'arte si possono riconoscere, artisticamente parlando, già nella [[Scapigliatura]] (corrente tipicamente milanese e borghese della seconda metà dell'Ottocento) laddove il futurismo, anch'esso nato a [[Milano]], distoglie con disprezzo l'attenzione dalla raffinata borghesia per concentrarsi sulla [[rivoluzione industriale]], sulle fabbriche. Dal punto di vista stilistico il Futurismo (in particolare quello boccioniano) si basa sui concetti del [[Divisionismo (pittura)|divisionismo]] che però riesce ad adattarlo per esprimere al meglio gli amati concetti di velocità e di simultaneità: è grazie ad artisti come [[Giovanni Segantini]] e [[Pellizza da Volpedo]] che, pochi anni dopo, il futurista [[Umberto Boccioni]] potrà realizzare dipinti come ''[[La città che sale]]''.
[[Immagine:Emma_marpillero.jpg|thumb|left|200px|opera futurista di [[Emma Marpillero]] Corradi]]
 
Naturalmente dal punto di vista concettuale il futurismo non ignora i [[Cubismo|principi cubisti]] di scomposizione della forma secondo piani visivi e rappresentazione di essi sulla tela. Cubista è senz'altro la tecnica che prevede di suddividere la superficie pittorica in tanti piani che registrino ognuno una diversa prospettiva spaziale. Tuttavia, mentre per il cubismo la scomposizione rende possibile una visione del soggetto fermo lungo una quarta dimensione esclusivamente spaziale (il pittore ruota intorno al soggetto fermo cogliendone ogni aspetto), il futurismo utilizza la scomposizione per rendere la dimensione temporale, il movimento.