Smemorato di Collegno: differenze tra le versioni

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Il tribunale penale di Torino, nell'ordinanza del [[28 dicembre]] [[1927]], basato nelle testimonianze ed informazioni fornite dalla Questura e sulla perizia Coppola, dichiarò non raggiunta l'identificazione di Mario Bruneri nello smemorato. Azione civile dei Bruneri.
Il tribunale civile di Torino, in sentenza del [[5 novembre]] [[1928]], basato sulle stesse prove, testimonianze e perizie e dopo aver respinto la richiesta dei Canella di nuove eccezioni ed accertamenti, considerò intanto raggiunta l'identificazione di Bruneri nello smemorato. Ricorso dei Canella.
La Cassazione, nel [[24 marzo]] [[1930]], annulòannullò la sentenza di Torino, qualificando come un errore inescusabile che ai Canella non fosse stato concesso il diritto alla prova contraria, considerandosi che le prove e documenti furono raccolte in un "speciale processo sommario".
La corte d'Appello di Firenze, in sentenza del [[2 maggio]] [[1931]], ignorò gli ammonimenti della Cassazione, respinse ancora la richiesta dei Canella e confermò la sentenza di Torino. Ricorso dei Canella.
La Cassazione, con sette giudici contro e sette favorevoli al ricorso, prese la decisione con il voto del presidente del tribunale, D'Amelio, che prima consultò il ministro della Giustizia Rocco, che li ordinò di finire il processo respingendo il ricorso. Pur lamentando che il tribunale di Firenze non avesse accolto la richiesta dei Canella e ricordando i fini sociali della giustizia, particolarmente in questo caso che aveva commosso l'opinione pubblica, la Cassazione, nel [[25 dicembre]] [[1931]], respinse il ricorso, confermando la sentenza di Firenze.