Torre Matilde: differenze tra le versioni

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==Storia==
In seguito all'avanzamento della linea di costa, il castello di Viareggio (''castrum de via regia'', costruito nel [[1172]] e unico accesso al mare di [[Lucca]] dal [[1441]] con l'approdo della foce del [[Selice]]),attuale canale Burlamacca, si trovava infatti a circa 600 m nell'interno e non risultava più efficace nella protezione dell'approdo sulla costa, esposto con i suoi magazzini agli attacchi dei pirati barbareschi. Il governo lucchese deliberò pertanto la costruzione di una torre sul mare il 5 giugno del [[15411534]].
 
[[File:Casa_commissario_di_spiaggia.jpg|thumb|left|La casa del "commissario di spiaggia"]]
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[[File:Torre_inizi_900.jpg|thumb|right|La Torre nei primi del 1900]]
 
L’edificazione della nuova torre venne eseguita sotto la sovrintendenza di Tommaso Montecatini, Jacopo Arnolfini, Martino Bonvisi e Bernardino Cenami, utilizzando come materiale le bozze di pietra squadrata che si potevano ricavare dalla parziale demolizione del del vecchio castello. Per finanziare i lavori fu stabilito di tassare, per sei anni, con alcune gabelle straordinarie, le merci che giungevano a Viareggio. Dalla sua sommità si salutò con colpi a salve l'arrivo dell'imperatore [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]], che sbarcava a Viareggio per incontrare a Lucca un emissario di [[papa Paolo III]] tra il 12 e il 18 settembre del 1541. La costruzione era terminata nel [[1542]] e nel [[1544]] vi si aggiunse un muro di fortificazione del borgo di Viareggio, sorto intorno all'approdo. Vi fu insediata una guarnigione di quindici uomini. Nel [[1546]]-[[1549]] vi fu costruita accanto la residenza del "commissario di spiaggia", incaricato del controllo sul borgo e sul movimento delle merci. La residenza era collegata alla torre per mezzo di un [[loggiato]].
 
Agli inizi del [[XVII secolo]] la torre venne sopraelevata di un piano e sormontata da un piccolo [[campanile]] a vela nel quale erano ospitate due campane: la più grande, fusa da Francesco Azzi nel [[1699]], reca l'iscrizione <small>TEMPORIS ALMA PARENS MODERATRIX FACTA SONANTIS. ADSIS IN AUXILIUM MORTIS UT HORA VENIT AES MONET QUOD EST CREBRIUS PERCUTIT UT ET PULVEREM RADDAT</small>.
 
Dopo il [[1703]] fu spostato sulla sommità della torre l'[[orologio]] pubblico presente sulla facciata della casa del commissiario di spiaggia, del cui funzionamento fu inizialmente incaricato un abitante del luogo pagato dalla comunità mediante una tassa annua di quattro soldi per famiglia; nel [[1748]] l'incombenza passò ai soldati di guardia.
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In seguito all'ulteriore avanzamento della linea di costa, la foce del Selice fu regolarizzata con la costruzione nel [[1788]] del [[canale Burlamacca]], accanto al quale venne costruito un nuovo fortino. La torre tuttavia mantenne la funzione di posto di vigilanza, per l'avvistamento sia di eventuali nemici in mare, sia di incendi; le campane venivano utilizzate anche per convocare il parlamento della comunità.
 
Agli inizi del [[XIX secolo]] la torre venne utilizzata come carcere, in particolare per i detenuti in transito e nel [[1810]] vi fu installata una torretta per il [[telegrafo]]. Nel [[1813]], gli [[Inghilterra|inglesi]] sbarcarono a Viareggio e occuparono Lucca per ritirarsi nuovamente sulle navi in seguito all'arrivo dei francesi, senza che la guarnigione della torre potesse opporre alcuna resistenza. Il comandante Ippolito Zibibbi fu condannato a morte, con pena poi tramutata nel carcere a vita, a causa della mancata difesa. L'episodio evidenziò la scarsa efficacia della torre quale presidio militare e rimase infatti solo come carcere. Nel [[1816]] il servizio della torre venne demandato a carico della comunità. Nel [[1819]] Viareggio ebbe il titolo di città e carcerati e forzati, alloggiati anche nella torre, prestarono la loro opera per la costruzione della darsena. Tra il [[1823]] e il [[1847]] la torre era adoperata come "bagni dei forzati", mentre il carcere vero e proprio venne trasferito a [[Camaiore]].
 
Tra il [[1847]] e il [[1848]] fu sede della "guardia civica" e nel Nel [[1850]] fu adibita nuovamente a carcere pretorile e nel [[1854]] vi venne costruita accanto la casa per il custode. La torre ospitava 6 celle con i nomi convenzionali di "Pontida", "Napoli", "Mantova", "Venezia", "Solferino" e "Legnano", ciascuna delle quali poteva ospitare fino a sei detenuti. Mantenne questa funzione fino alla [[seconda guerra mondiale]].
 
Abolito il carcere nel [[1945]] la torre rimase chiusa e abbandonata fino al [[1969]], con i primi lavori di restauro a cura della Soprintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici di Pisa. I lavori di restauro furono ripresi nel [[1975]] e vennero conclusi nel [[1982]], consentendo di riportare alla luce la struttura originaria del monumento, alterata dai numerosi lavori di adattamento degli spazi interni alle diverse funzioni. La torre ospita attualmente eventi culturali ed esposizioni artistiche.