General Agreement on Trade in Services: differenze tra le versioni

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Fin dal rilancio delle negoziazioni previsto dal GATS entro i cinque anni successivi alla sottoscrizione, le trattative riguardanti i servizi non hanno mai avuto un ritmo incoraggiante, anzi più volte si sono incagliate nelle acque paludose generate a latere dalle controversie fra i Membri in tema di agricoltura. In data 31 marzo 2004 ad esempio, solo 12 offerte furono messe sul tavolo. Sebbene questo numero fosse destinato ad incrementare significativamente (entro la metà di aprile 2006, 70 offerte iniziali e 30 definitive vennero presentate) la geografia della partecipazione alle trattative rimaneva squilibrata. Anche alcuni paesi asiatici e dell'America Latina, seppur con le loro difficoltà avevano contribuito degnamente allo sviluppo delle negoziazioni; lo stesso non si può certamente dire per i paesi dell'area sub-sahariana che risultarono quasi estranei ai processi basati sull'approccio richieste-offerte.
Pur non volendo considerare l'aspetto meramente numerico di questa fase negoziale, ci si trova comunque a dover fare i conti con un senso diffuso di delusione rispetto alla “qualità” delle offerte presentate, sia in termini di nuovi settori inclusi negli elenchi nazionali, sia in termini di maggiore profondità delle concessioni precedentemente sottoscritte. Fino ad oggi, gli impegni dei Membri si sono concentrati sempre sui settori di servizi e sui modi di fornitura già interessati dalle negoziazioni degli anni novanta, cioè dell'Uruguay Round. Insomma le offerte, quelle iniziali come anche quelle riviste e definitive non hanno in nessun caso apportato quel cambiamento sperato nei settori cosiddetti “sensibili”, come ad esempio l'insegnamento e l'educazione, i servizi sanitari e altri servizi sociali, il modo di fornitura 4 eccetera.
===Le perplessità circa i metodi di negoziazione (formulari e richieste-offerte)===
Molto spesso si è discusso dell'efficacia dei metodi di negoziazione con particolare riferimento all'assistenza che occorre fornire ai paesi meno sviluppati e ad alcuni paesi in via di sviluppo nella progettazione e implementazione delle riforme nel campo dei servizi. Ogni paese deve infatti determinare l'approccio appropriato alla negoziazione internazionale, e scegliere poi tra due alternative: una è quella convenzionale di richiesta-offerta; l'altra è quella di utilizzare un cosiddetto formulario di liberalizzazione, una sorta di modello preimpostato.
Nell'ambito del commercio di beni i governi hanno talvolta accettato di presentare le proprie proposte di liberalizzazione per mezzo di formulari, tenuto conto del fatto che in quei casi si trattava sostanzialmente di indicare il taglio percentuale della tariffa applicata alle merci. Gli stessi formulari però hanno avuto grande difficoltà ad affermarsi nel campo dei servizi, a causa soprattutto della grande varietà di misure non quantificabili che influenzano l'accesso al mercato.
I paesi in via di sviluppo inoltre, hanno strenuamente sostenuto l'approccio richieste-offerte perché gli permette di decidere in assoluta libertà l'intensità delle liberalizzazioni. È abbastanza chiara la preoccupazione dei PVS secondo cui i la configurazione dei formulari dipenderebbe dalle volontà dei paesi industrializzati, a scapito di una libertà decisionale e di manovra degli stessi PVS.
Non mancano, tuttavia, le proposte di integrazione fra le varie metodologie di negoziazione, soprattutto per quanto riguarda i modi di fornitura 1 e 4 dove i paesi in via di sviluppo (che negli ultimi anni hanno assunto un ruolo molto importante all'interno dell'OMC) tendono ad avere un vantaggio comparato. Più precisamente, spesso è stata prefigurata la possibilità di integrare il tradizionale processo richieste-offerte con un approccio di liberalizzazione maggiormente coordinato dai Membri come può essere quello basato sui formulari.
 
 
 
 
 
 
==Collegamenti esterni==