Storia della Repubblica Italiana: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Le cifre del miracolo economico
Riga 34:
La crescita del reddito pro capite produsse l'aumento dei consumi individuali che registrarono una crescita media di cinque punti percentuali l'anno. La domanda di beni durevoli ( automobili, elettrodomestici, ecc. ) raggiunse una crescita annua pari al 10.4%.
 
Importanti cambiamenti ci furono anche nell'alimentazione, grazie alla diffusione del frigorifero. Questo elettrodomestico fino al 1955 rappresentava un bene di lusso; dieci anni dopo il frigorifero era presente nel 30% delle case degli italiani. Come gli elettrodomestici, anche le automobili e le motociclette divennero beni accessibili per un gran numero di italiani. Si affermarono marchi come: [[Fiat]], [[Gilera]], [[Lancia]], [[Alfa Romeo]] e [[Piaggio]].
 
L'industria registroregistrò una crescita pari all'84% tra il 1953 e il 1961. A testimonianza di tale crescita può essere considerato questo dato: nel 1947 Candy produceva una lavatrice al giorno, nel 1967 una ogni 15 secondi. La produzione industriale raggiunse tali livelli grazie alle nuove tecnologie di produzione che arrivavono in gran parte dagli [[Stati Uniti]], ma anche grazie ad una manodopera che aveva dei salari bassissimi.
 
L'elevata disponibilitadisponibilità delladi manodopera era dovuta ad un forte flusso di migrazione dalle campagne alle città e dal sud verso il nord. Chi si trasferiva, dal sud al nord o dalle campagne verso le città, spesso si trovava in condizioni economiche disperate. Tali condizioni disperate portavano questa gente ad accettare condizioni di lavoro pesanti e mal retribuitiretribuite.
 
ContestualmentaContestualmente all'aumento dell'industrializzazione si verificò la diminuzione della produzione agricola. Tra il 1954 e il 1964 in tutta Italia vi fu una diminuzione di 3 milioni di posti di lavoro nel settore agricolo. Il peso dell'agricoltura si ridusse del 10.8% del [[Prodotto nazionale lordo]].
 
Questo notevole sviluppo fu possibile anche grazie all'intervento dello Stato nell'[[economia]]. Lo Stato intervenne con politiche economiche di stampo Kynesiano[[John Maynard Keynes| Keynesiano]]. L'intervento del governo nell'economia avvenne soprattutto attraverso l'aumento della spesa pubblica e la creazione di società a partecipazione statale. Inoltre fondamentale fu l'intervento dello Stato nella realizzazione delle infrastruture necessarie per lo sviluppo del mercato. In tale ambito un importateimportante ruolo fu ricoperto dall'[[IRI]]. L'IRI ( che fu costituita nel 1933 ) intervenne sostanzialmente nella costruzione della rete autostradale ( costituicostituì la societàSocietà autostrade ) e nel potenziamento del settore dei trasporti, sia automobilistico, sia navale e aereo ( costituzione dell'[[Alitalia]] ).
 
Infine, contribuicontribuì alla crescita dell'Italia un fattore esterno, cioè, la creazione del Mercato comune europeo e la creazione della [[CEE]] nel 1957, a cui l'Italia aderiaderì da subito. Con la creazione del mercato comune europeo vi fu l'apertureapertura delle frontiere col conseguente aumento delle esportazioni tra i Paesi europei.
 
Il boom economico provocò, anche, l'aumento del divario economico tra il nord e il sud d'Italia. Si cercò di ridurre tale squilibrio, tra nord e sud, con la creazione della [[Cassa per il Mezzogiorno]] ma i risultati ottenuti con la "cassa" non furono soddisfacenti.
 
In conclusione c'è da dire che, grazie al miracolo economico, l'Italia usciuscì dall'arretratezza in cui versava. Tuttavia un prezzo alto fu dovutopagato pagare soprattutosoprattutto da chi, per vivere, fu costretto ad abbandonare la propria terra d'origine per trasferirsi nelle grandi città industriali.
 
Il miracolo economico non fu gratis. Vedi anche ''[[Strage del Vajont]]''.