Storia della Repubblica Italiana: differenze tra le versioni
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Durante la cosiddetta Seconda Repubblica vede la scena politica cambiare notevolmente: la Democrazia Cristiana entra in crisi. Il 18 gennaio 1994 riprende anche il vecchio nome: Partito Popolare Italiano. Una parte di esso però decide di scindersi fondando il Centro Cristiano Democratico, guidato da Pier Ferdinando Casini, tendenti al centrodestra; quelli tendenti al centrosinistra fondano i Cristiani Sociali.
Il 13 novembre 1994 è la volta della diaspora del [[Partito Socialista Italiano]]: gran parte dei reduci sarà recuperata da Enrico Boselli che fonda i Socialisti Italiani; Gianni De Michelis nel 1996, ispirandosi ai valori di Bettino Craxi, fonda il Partito Socialista.▼
Il 29 giugno 1993, durante l’inaugurazione di un ipermercato, il noto imprenditore Silvio Berlusconi dichiara ai giornalisti: "se il centro moderato non dovesse organizzarsi, non potrei non intervenire direttamente, mettendo in campo la fiducia che sento di avere da larga parte della nostra gente". Egli infatti ha costituito il 29 giugno 1993 un partito: Forza Italia, nel quale confluisco tra i tanti anche democristiani e socialisti. Inoltre, durante un'intervista fatta nel novembre nel medesimo anno, a proposito della candidatura a sindaco di Roma, che era allora disputata tra Francesco Rutelli del centro-sinistra e Gianfranco Fini, successore di Giorgio Almirante, Silvio Berlusconi dimostra simpatia per quest'ultimo. Questo diede molto scalpore, in realtà aveva rotto un silenzio di molte persone, impreditori compresi, che mostrando in pubblico interesse verso il fascismo, erano costrette al silenzio.
▲Il 13 novembre 1994 è la volta della diaspora del
Inoltre il 6 febbraio 1994 sparisce dalla scena politica il Partito Liberale Italiano. Il giorno dopo al scioglimento, alcuni ex esponenti del disciolto partito, decisero di coordinare i diversi movimenti liberali sparsi per il territorio nella Federazione dei Liberali Italiani. Altri invece confluirono nel nuovo partito Forza Italia.
Vicini alle elezioni del 27 marzo 1994 e in seguito alla nuova legge elettorale del 1993, il Partito Popolare Italiano si scisse ulteriormente: Rocco Bottiglione fondò il Centro Democristiano Unito, tendenti al centro-destra, e Bianchi invece creò i Popolari, tendenti al centro-sinistra.
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[[Immagine:Mastella 1976.jpg|thumb|right|Una foto del Ministro della Giustizia [[Clemente Mastella]] nel [[1976]]]]
Il 15
Dopo un anno di governo provvisorio presieduto da Lamberto Dini, vinse le elezioni la coalizione dell'Ulivo (centrosinistra [[riformismo|riformista]]), guidata da [[Romano Prodi]] (poi presidente della [[Unione Europea|commissione europea]]). Partiti fondatori dell'Ulivo sono: il [[Partito Democratico della Sinistra]] di Massimo D’Alema, i Popolari di Bianchi, i [[Socialisti Italiani]] di Enrico Boselli, i [[Federazione dei Verdi|Verdi]], [[Rinnovamento Italiano]] di Lamberto Dini e il [[Partito Repubblicano Italiano]].
Nel nuovo governo è presente anche Antonio Di Pietro, il quale accetta l'incarico di Ministro dei Lavori Pubblici, dal quale si dimise a distanza di sei mesi
Il 29 settembre 1997, Roberto Fiore e Massimo Morsello, latitanti in Inghilterra dal 1980, perché condannati in Italia per banda armata e associazione sovversiva, fondano ancora latitanti, Forza Nuova, un partito di estrema destra attenta ai temi su immigrazione, aborto e criminalità. Essi torneranno in Italia nel 1999, quando l’Italia non lì avrebbe potuti più perseguitati. Inoltre a Morsello fu diagnosticato un cancro e morirà nel 2001.
Invece Flaminio Piccoli e Giuseppe Alessi, contrari allo scioglimento della Democrazia Cristiana, fondano il 23 dicembre 1997 Rinascita della Democrazia Cristiana.
Antonio Di Pietro torna alla vita politica quando l'Ulivo, durante le elezioni suppletive per il Senato, gli offre di candidarlo al parlamento, ruolo che riesce a ottenere come indipendente. Egli, dopo alcuni mesi, nel marzo 1998, fonda un nuovo partito: [[Italia dei Valori]].
Tuttavia vi sono vari cambiamenti all'interno della coalizione dell'Ulivo: il 13 febbraio 1998 il Partito Democratico della Sinistra si trasforma in Democratici di Sinistra, nel quale confluiscono anche partiti minori socialisti e democristiani, tra i quali i [[Cristiano Sociali]]; il 10 maggio dello stesso dalla fusione dei [[Socialisti Italiani]] e del [[Partito Socialista Democratico Italiano]] nascono i [[Socialisti Democratici Italiani]], del quale Enrico Boselli nè è il leader.
Il [[Governo Prodi I]] durò fino all'ottobre del [[1998]], quando [[Rifondazione Comunista]] gli tolse la fiducia. Fu in seguito formato un governo, sempre di centrosinistra con Massimo D'Alema alla presidenza, però, rispetto al precedente governo spostato più al centro, dato che ebbe il sostegno di alcuni parlamentari eletti nelle file del centrodestra, tra i quali [[Clemente Mastella]] ed [[Agazio Loiero]]. Questi avevano, infatti, aderito, insieme ad altri parlamentari, nel febbraio 1998, a una federazione di partiti centristi guidata da Francesco Cossiga, che il 9 giugno sarebhbe diventato partito. Questa era costituita da: i [[Cristiani Democratici Uniti]] (CDU) di Rocco Buttiglione; i [[Cristiano Democratici per la Repubblica]] (CDR) di Clemente Mastella, partito costituito nello stesso periodo da una scissione del [[Centro Cristiano Democratico]] (CCD) di Pier Ferdinando Casini; il [[Movimento della Socialdemocrazia Liberale Europea]] (SOLE) di Enrico Ferri, partito costituito il 10 maggio 1994 da una scissione del [[Partito Socialista Democratico Italiano]]. A dicembre del 1999 dimissioni lampo di D’Alema che riesce a riottenere la fiducia del parlamento
Romano Prodi fonda il 27 febbraio 1999 I Democratici, nel contesto dell'Ulivo, nel tentativo di unificare sotto un unico soggetto politico tale coalizione. Confluiscono nel partito La Rete, già corrente della defunta Democrazia Cristiana, fondato come partito il 24 gennaio 1991; Unione Democratica, fondato da Antonio Maccanico il 26 febbraio 1996, costituito da elementi socialisti, repubbluicani e liberali, Italia dei Valori, che nè uscirà il 6 maggio 2000, oltre che alcuni politici a titolo personale.
Tuttavia si dimette nuovamente nell’aprile 2000. Questa volta tocca a Giuliano Amato a guidare il governo. Nel frattempo esplodeva il problema sociale dell'[[immigrazione]].
==Anni recenti==
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