Partito Operaio Socialdemocratico Russo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Data |
Date |
||
Riga 9:
Prima del secondo congresso aderì al partito un giovane intellettuale, [[Vladimir Il'ič Ul'janov]] (''Влади́мир Ильи́ч Улья́нов''), meglio conosciuto con lo pseudonimo di [[Lenin]] (''Ле́нин''). Nel [[1902]] pubblicò ''[[Che fare? (Lenin)|Che fare?]]'', in cui tracciava le sue idee sullo scopo del partito e sulla sua strategia: per costituire 'l'avanguardia del [[proletariato]]' serviva un partito disciplinato e centralizzato di attivisti a tempo pieno.
Nel [[1903]] il secondo congresso del partito si tenne ad [[Anversa]] ([[Belgio]]) e poi a [[Londra]], come un tentativo di creare una forza unita.
Furono le posizioni di Lenin riguardo il [[centralismo democratico]] e sull'irrigidimento delle condizioni per l'iscrizione al partito che causarono la scissione. Lenin sosteneva che per condurre una rivoluzione vittoriosa fosse necessario che al partito aderissero solo rivoluzionari professionisti a tempo pieno; al contrario i menscevichi erano a favore di adesioni più vaste. Molti storici pensano che la scissione sia dovuta anche in parte a differenze ideologiche. I bolscevichi sono spesso considerati come marxisti "rivoluzionari" mentre i menscevichi possono essere descritti come marxisti "storici". I bolscevichi spingevano per una quasi immediata rivoluzione "proletaria". I menscevichi, invece, credevano che la Russia fosse ancora a uno stadio della sua storia troppo prematuro per una rivoluzione operaia. Seguendo gli scritti di Marx in maniera più letterale, credevano che una rivoluzione "borghese" dovesse precedere la conseguente rivoluzione "proletaria". Nonostante diversi tentativi di riunificazione, la scissione si rivelò definitiva.
|