Stamira: differenze tra le versioni
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Nel [[1174]] la città di [[Ancona]] è posta sotto [[assedio]] dall'[[Arcidiocesi di Magonza|arcivescovo di Magonza]] [[Cristiano di Buch]], per conto di [[Federico Barbarossa]].
Contro la città di Ancona sono schierate le maggiori potenze del tempo. In uno scontro fu gettata una botte con della [[Resina vegetale|resina]] e della [[pece]] davanti agli steccati degli attaccanti per impedirne l'ingresso, ma era molto pericoloso accenderla. Andò una vedova di nome Stamira, con un'ascia spezza la botte ed il fuoco che si sviluppò distrusse parte delle macchine da guerra degli assedianti. Grazie a questo fatto gli anconetani poterono uscire, per un breve periodo, dalle mura in modo da rifornirsi di cibo. Alla fine la città riuscì, ancora una volta, a respingere il desiderio di conqusta del Barbarossa.
La questione, ancora irrisolta, del nome è così spiegata dal [[Poesia vernacolare anconetana|poeta vernacolare]] Ferruccio Marchetti:
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ma qual è 'l nome suo, miga è scigura.|lingua=[[dialetto anconitano]]}}
La città ricorda la sua eroina con una targa posta all'ingresso della [[Mole vanvitelliana]], nel [[1904]] venne inaugurato un [[bassorilievo]] in tema realizzato dal laboratorio dello scultore [[Ettore Ferrari]] nel cortile della [[Prefettura]] di [[Ancona]] relegato poi, per lo scarso gradimento mostrato dalle autorità del tempo, nell'atrio dell'attuale
== Bibliografia ==
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