Al-Kindi: differenze tra le versioni
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Il grande contributo di al-Kindī alla filosofia islamica è stato quello di aver reso il pensiero greco accessibile ed accettabile ad una lettura islamica. Al-Kindī operò nell'ambito della Bayt al-Ḥikma a Baghdad<ref>Corbin</ref>. Grazie alla sua traduzione di molti importanti testi egli creò un vocabolario filosofico che divenne standard nel pensiero arabo; senza la sua opera, il lavoro di filosofi come [[al-Farabi|al-Fārābī]], [[Avicenna]] e [[al-Ghazali|al-Ghazālī]] non sarebbe stato possibile<ref>Adamson, pp. 32–33.</ref>.
Nei suoi scritti, uno dei punti principali di al-Kindī era di dimostrare la compatibilità tra la filosofia e la [[teologia naturale]] da una parte e con la teologia speculativa o rivelata dall'altra (anche se non accettava la teologia speculativa). A parte ciò, egli sostiene chiaramente di credere che la rivelazione è una fonte di conoscenza superiore alla ragione poiché garantisce argomenti di fede che la ragione non può svelare. Se il suo approccio filosofico non era sempre originale, fu anche considerato goffo da pensatori successivi (fondamentalmente perché era il primo filosofo a scrivere in lingua araba) egli introdusse con successo il pensiero [[Aristotele|aristotelico]] e, specialmente, [[Neoplatonismo|neoplatonico]] all'interno del pensiero filosofico islamico. È stato un fattore importante nell'introduzione e nella divulgazione della filosofia greca nel mondo intellettuale musulmano
=== Astronomia ===
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