Sette anni nel Tibet: differenze tra le versioni

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Una volta giunto in [[India]] però viene sorpreso dall'inizio della [[seconda guerra mondiale]] e, insieme ai suoi compagni, viene preso prigioniero nell'allora colonia inglese.
Messo in un campo di prigionia, tenta una prima volta la fuga, il suo progetto: raggiungere il tibet e la libertà. Dopo 38 giorni però viene catturato e riportato nel campo.
L'anno dopo, nella primavera del 1944 (per l'esattezza il 29 aprile), tenta di nuovo la fuga, insieme ad alcuni compagni di prigionia. Il tentativo ha successo e dopo aver vissuto da fuggiasco per vari giorni, riesce a raggiungere il Tibet in compagnia . La libertà tanto sperata però, tarda ad arrivare: il Tibet si dimostra, se pur cortese con gli stranieri, anche fermamente deciso a restare isolato dal mondo. I tre vengono espulsi verso l'india, e attraversano di nuovo la frontiera tibetana, risoluti a conquistarsi la loro libertà. Decidono di dirigersi verso Gartok, sede di un governatore. Soffrono in questo periodo, molte privazioni e patiscono la fame e il freddo. Il governatore, dopo molte trattative, consente il passaggio del loro gruppo attraverso il suolo tibetano, ma solo per dirigersi verso il [[Nepal]]. I tre accettano la soluzione come temporanea. Giunti a [[Tradun]] si consultano con il funzionario locale, che invia a Lhasa una richiesta di soggiorno. Passano vari mesi tranquilli, le attività sono varie. La risposta giunge negativa, i tre sono invitati ad andarsene. Kopp decide di recarsi verso il Nepal: il gruppo si divide. Gli altri due decidono invece di spostarsi nel villaggio di Kyrong, dal quale dopo qualche mese, sono invitati ad andarsene. In più il fascino del paese cominciava a farsi sentire su di loro e Lhasa, la città proibita (nella quale quasi nessun europeo era riuscito a mettere piede) li chiamava a gran voce. Nasce così il progetto di dirigersi verso l'interno, verso la capitale. Il viaggio diventa durissimo per Harrer e Aufschnaiter: la temperatura scende spesso ad un livello di trenta gradi sotto lo zero e le provviste sono molto poche: le zone più selvagge del [[Tibet]] sfoderano le loro migliori armi per impedire l'avanzata ai due europei. Solo l'aiuto di famiglie nomadi che abitano nella zona e l'apprezzatissima ospitalità tibetana consentono loro l'arrivo nella zona di Lhasa. I due suscitavano pochi dubbi riguardo alla regolarità della loro condizione per vari motivi: venivano scambiati spesso per kazaki a causa delle loro lunghe barbe, e grazie ad un permesso di via libera che era stato dato loro mesi prima nel primo paese visitato (permesso che in realtà non aveva più valore ormai) anche i più diffidenti li aiutavano. Non per ultimo il fatto che i tibetani ripongono grande sicurezza e fiducia nel loro sistema di isolamento fu per loro di grande aiuto: molti vedendo degli stranieri così vicini al cuore della loro terra non potevano che pensare alla loro regolarità, in quanto altrimenti non sarebbero mai giunti fino a lì.
Giunti a [[Lhasa]] vengono ospitati da molte famiglie ricche della città, in quanto personaggi "importanti" per la vita della città. Viene loro concesso un soggiorno temporaneo, che cominciano a ripagare con lavori di vario genere. In poco tempo diventano popolari e si guadagnano la fama di "tuttofare". Il rapporto con la tradizione tibetana cresce sempre di più e cominciano a sentirsi profondamente legati alla cultura del luogo. Presto si sentono perfettamente integrati nella società, pur non mancando di farsi notare per alcune idee o attività decisamente fuori dal comune nella capitale tibetana. Dopo qualche anno comincia a crearsi un rapporto tra il giovane Dalai Lama e Harrer: il secondo si occupa di alimentare alcune passioni che caratterizzano il giovane Dio-Re, quali il cinema: diviene il suo "cameramen" di fiducia.
Viene successivamente incaricato di costruire, all'interno della residenza estiva del [[Dalai Lama]], un cinema per la visualizzazione delle pellicole da lui registrate. Con questo avvenimento nasce la relazione tra i due: Harrer scopre nel Dalai Lama un bambino intelligente e pieno di curiosità, con una grande voglia di sapere. In quanto europeo, ed uno dei pochi a Lhasa con un discreto bagaglio culturale, diventa il suo maestro, senza peraltro riuscire nemmeno ad intaccare la grande voglia di sapere del sovrano. Nasce tra i due un'intesa speciale.