Benzaiten: differenze tra le versioni
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[[Immagine:Hiroshige_Benzaiten_Shrine_at_Inokashira_in_Snow.jpg|thumb|300px|Tempio di Benzaiten risalente al [[Periodo Edo]]
'''Benzaiten''' (弁財天) (talvolta indicata come '''Benten'''), originariamente personificazione del [[fiume]] [[indiano]] [[Sarasvati]]
== Etimologia ==
Il ''[[kanji]]''
== Iconografia ==
[[Immagine:UenoParkBentendo.jpg|thumb|300px|Tempio di Beinzaten in Ueno
Come [[Kannon]], Benzaiten viene rappresentata iconograficamente con molte braccia, di solito quattro oppure otto. Il primo braccio dalla parte sinistra afferra una lancia appuntita, con la seconda il [[Rimbō
Intorno a Bishamonten stanno i
Nel [[Bentenkyō]]
Benzaiten viene anche chiamata '''Kōtokutenno''', dea delle opere meritevoli, o '''Myōontenno''', dea dalla voce meravigliosa, o, infine, '''Biintenno''', dea dalla bella voce. Quest’ultima designazione rimanda al sanscrito [[Madhurasvara]], nome di un monarca del [[Gandharva]], e Benzaiten apparterebbe a una classe di esseri soprannaturali musicisti della corte del dio [[Indra]].
== Mitologia e leggende ==
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Sebbene Bishamonten abbia origini indiane, ci sono leggende giapponesi in cui viene sostenuta l’origine nazionale di questa divinità.
Una delle più popolari narra la storia di un uomo ricco che aveva una figlia di nome Bunshō, identificata con la dea Benzai, la quale andò in sposa a Shinyosu Daimyōjin. Passarono molti anni, ma Bunshō non riusciva a dare alla luce un figlio, sebbene fossero stati fatte numerose offerte e preghiere al kami. Alla fine Bunshō rimase incinta, ma al posto di un bambino partorì 500 uova. Terrorizzata dall’idea di cosa potesse schiudersi da quelle uova ordinò che fossero poste in un cesto e gettate nel fiume. Il cesto venne trovato da un pescatore che le portò alla moglie. Sperando che le uova producessero dei pulcini, li pose nella sabbia calda, ma una volta dischiuse le uova, invece di 500 pulcini, nacquero 500 bambini. A fatica la coppia riuscì a mantenere la moltitudine di bambini e quando questi ebbero raggiunto una certa età, vennero mandati dal signore locale, nella speranza che Bunshō si prendesse cura di loro. Così i bambini andarono nel castello, dicendo che erano nati da 500 uova abbandonate in una cesta in balia del fiume. Bunshō riconobbe che erano suoi figli e permise loro di vivere all’interno del castello.
== Altre rappresentazioni ==
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