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Nel [[secolo XVI]] la presenza ottomana si fece minacciosa e la città fu cinta da mura per opera dell' architetto [[Michele Sanmicheli]], mura che furono completate nel [[1570]]. Cio nonostante la città fu saccheggiata per ben due volte da pirati saraceni. Nel [[1571]] Rethymno fu data alle fiamme. In conseguenza di questi nefasti eventi i Veneziani provvedevano ad ampliare il vecchio castello che sorgeva sul promontorio. La fortezza era destinata ad accogliere l' amministrazione ed il presidio militare. Contemporaneamente la città acquisiva uno stile italiano. Fu costruita la piazza centrale, il corso, la loggia.<br>
Il [[29 settembre]] [[1646]] le truppe di [[pascià]] Hussein cinsero d'assedio la città che si arrendeva il [[13 novembre]] [[1646]].
Gli [[Ottomani]] vi rimasero fino al [[1897]], anno in cui [[Creta]] fu costituita a [[stato]] autonomo sotto la giurisdizione formale della [[Sublime porta]]. I nuovi invasori alterarono alquanto il carattere rinascimentale di Rethymno: le chiese furono trasformate in [[Moschea|moschee]], si elevarono [[Minareto|minareti]], le antiche case dei patrizi veneziani furono adattate al gusto dei nuovi padroni.<br> Nel [[1913]] Rethymno e tutta Creta fu annessa allo stato [[Grecia|greco]]. Nel [[1924]] in seguito al trattato di [[Losanna]], [[Grecia]] e [[Turchia]] procedevano ad uno scambio di popolazioni e la consistente comunità turca di Rethymnodella città fu sostituita da Greci dell'[[Asia minore]]. Durante la [[II guerra mondiale]] Rethymno, come altre città della costa settentrionale fu duramente bombardata dai [[Nazisti]] in previsione di un loro sbarco che avvenne nel maggio [[1941]] seguito dalla [[Battaglia di Creta]]. Gli anni del dopoguerra furono particolarmente duri per Rethymno. La corrente elettrica giunse solo nel [[1960]]. Solo il turismo, sviluppatosi continuamente a partire dal [[1970]] riuscì a sollevare le sorti di Rethymno.
 
[[da:Rethimno]]