==Storia==
Durante l'epoca [[Roma antica|romana]] il territorio in cui sorse poi Meldola fu attraversato da un [[acquedotto]], ancora esistente nel sottosuolo dell'abitato, destinato a rifornire il porto militare di [[Ravenna|Classe]] a circa 40 km. Resti di [[Villa rustica|ville rustiche]] tardo romane sono attestati nella zona di Ca Gaiani.
Meldola si fregia del titolo di [[Città]] già dai primissimi anni dell'Unità d'Italia, ma il territorio risulta frequentato già da tempi antichissimi.
L'abbondanza delle risorse idriche che ha sempre caratterizzato la zona bidentina, è assicurata oltre che dal fiume Ronco anche da una quantità di torrenti che solcano questa terra di [[Romagna]], ed ha permesso insediamenti stabili.
Nel [[V secolo|V]]-[[VI secolo]] vi fu costruita una grande [[villa]] fortificata di epoca [[Teodorico I (Visigoti)|teodoriciana]], con ambienti decorati da [[mosaico|mosaici]] policromi, sepolta da na frana dopo essere stata distrutta da un incendio e sulla quale sorge parte del centro storico.
Durante l'epoca romana a Meldola viene costruito l'acquedotto (ancora esistente nel sottosuolo della città) che riforniva il porto militare romano di [[Ravenna|Classe]] che distava più di 40 chilometri dalla cittadina bidentina.
Al [[V secolo|V]]-[[VI secolo]] si fanno risalire i resti della grandiosa villa fortificata di epoca teodoriciana, i cui enormi ambienti decorati con pavimentazioni musive policrome di straordinaria bellezza giacciono ancora sotto oltre quattro metri di detriti (una antica frana che la ricoprì pochi anni dopo l'incendio e la spoliazione che ne seguì...) sotto le fondamenta delle case del centro storico.
In epoca [[ longobardiLongobardi| longobardalongobardi]] vi operano i monaci l'[[ Ordine di San Colombano|colombaniani]] della potente [[Abbaziaabbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]] , che vi fondanofondò ilun ''Monasteromonastero didedicato a [[San Colombano ]]'', nell'omonima frazione. ▼
Ad ulteriore testimonianza dell' insediamento romano rimangono i toponimi coi quali sono ancora chiamati oggi diversi poderi come quello di Ca Gaiani (ove [[Benito Mussolini]] soleva recarsi da bambino per assistere alla festa della seconda patrona di Meldola la "Madonna del Popolo"), presso i quali sono stati rinvenuti resti di ville rustiche a testimonianza dell'importanza che Meldola rivestiva nell' era tardo romana.
▲In epoca [[longobardi|longobarda]] vi operano i monaci [[Ordine di San Colombano|colombaniani]] della potente [[Abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]], che vi fondano il ''Monastero di [[San Colombano]]'' nell'omonima frazione.
Intorno all'anno [[1000]] è attestato per la prima volta il nome di Mendola. In questo periodo vi sorse un [[castello]] che domina l'abitato.
Il periodo medievale vede la presenza di un castello che domina l'abitato di Meldola, nome col quale la città venne chiamata per la prima volta intorno all'anno mille.
Il castello, con le prime notizie a cavallo del [[Anni 1000|Mille]], ci rimanda al periodo dell'interesse papale per questo centro poi passato ai [[Malatesta (famiglia)|Malatesta]] Cesenati e successivamente a casati ([[Borghese Aldobrandini]] e [[Doria Pamphili Landi]]: l'ultimo di questi ultimi, Luigi Giovanni Andrea principe di Meldola, cedette i diritti a partire dal 1º ottobre 1834) legati alla [[Stato Pontificio|Santa Sede]] che hanno "gestito" il grande feudo famoso per i suoi mercati (in particolare per quello della [[seta]] rimasto vivo fino ai primi decenni del Novecento) fino all'arrivo dei napoleonici.
Il centro passò ai [[Malatesta (famiglia)|Malatesta]] di [[Cesena]] e fu quindi in possesso dei [[Borghese Aldobrandini]] e dei [[Doria Pamphili Landi]]. Il centro ebbe un certo sviluppo per il mercato della [[seta]], rimasto attivo fino agli inizi del [[XX secolo]].
Nel [[1815]], in seguito alla restaurazione pontificia, Meldola torna allo Stato della Chiesa, fino all'annessione al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. <br/>
Il [[7 settembre]] [[1862]], con decreto regio, viene accordato a Meldola il titolo di città.
Meldola vide l'abolizione del feudo con l'arrivo dei [[Napoleone I|napoleonici]], il ritorno allo [[Stato della Chiesa]] nel [[1815]] e in seguito l'annessione al [[regno di Italia]]. Il [[7 settembre]] [[1862]], con decreto regio, le venne accordato il titolo di città.
Sono gli anni della ricchezza economica della Vecchia Romagna agricola e preindustriale e la città è di media grandezza, ha un piccolo teatro d'opera, la stazione ferroviaria a scartamento ridotto che la collega a Ravenna (ferrovia che verrà soppressa alla fine degli anni '20 del Novecento), ed è capoluogo di Mandamento con un tribunale locale e le carceri, oltre all'ospedale civile attivo fin dal '500 e che riceve una nuova sede negli anni Settanta del Novecento. Sede che il [[22 settembre]] [[2007]] è stata completamente ristrutturata per ospitare un prestigioso centro di ricerca per lo studio e la cura dei tumori solidi. ▼
▲SonoLo glisviluppo annieconomico dellaportò ricchezza economica della Vecchia Romagna agricola e preindustriale e la cittàalla ècostruzione di media grandezza, ha un piccolo teatro d'opera , lae stazionealla creazione di una [[linea ferroviaria ]] a [[scartamento ridotto ]] che la collega a [[Ravenna (ferrovia che verrà]], soppressa alla fine degli [[Anni 1920|anni '20 ]]. delFu Novecento),capoluogo eddi è capoluogoun di Mandamento[[mandamento]] cone sede di un tribunale locale e ledelle carceri ,. oltre allL'ospedale civile attivocreato finnel dal[[XVI '500 e chesecolo]] riceveebbe una nuova sede negli [[Anni 1970|anni Settanta'70]], delristrutturata Novecento.ancora Sede che il [[22 settembre]]nel [[2007]] èe statadotata completamente ristrutturata per ospitaredi un prestigioso centro di ricerca per lo studio e la cura dei tumori solidi.
==Evoluzione demografica==
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