Storia della Juventus Football Club: differenze tra le versioni

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{{Quote|Domenica 9 ebbe luogo il nuovo incontro tra la prima squadra del Genoa Cricket Club e l'Unione Sportiva Milanese per il campionato nazionale. Le due squadre segnarono entrambe due goal. Così la squadra di Genova segna in totale cinque punti e quella di Milano un punto. Il Club Juventus di Torino vince così con sei punti per la prima volta il Campionato Nazionale.|''La Stampa Sportiva'', [[16 aprile]] [[1905]].}}
 
Nel [[1905]] divenne presidente della società lo svizzero [[Alfredo Dick|Alfred Dick]], proprietario di un'industria tessile, che rinforzò la squadra inserendo alcuni suoi dipendenti, come gli svizzeri Frédéric Dick (il suo figlio), Paul Arnold Walty e Ludwig Weber, gli scozzesi Jack Diment ed Helscot, nonché gli inglesi James Squire e Goodley. In quella stagione la società spostò la sua sede a Via Donati 1 ed il presidente firmò un lungo contratto di affitto per l'utilizzo del Velodromo di Corso Re Umberto.
 
Il [[Prima Categoria 1905|Campionato Federale dello stesso anno]] si giocò con una nuova formula rispetto ai campionati precedenti<ref>Dal [[Campionato di calcio italiano 1900|1900]] al [[Campionato di calcio italiano 1904|1904]] il campionato italiano era costituito da una fase eliminatoria nazionale giocata tra tutte le squadre campioni regionali (un club per regione). I vincitori della fase nazionale accedevano direttamente alla finale - o finalissima - per il titolo.</ref> e fu composto di tre gironi regionali, con un girone finale - e non una sola partita - per l'assegnazione del titolo<ref>Secondo le basi del Campionato Federale di calcio italiano vigente dal [[Prima Categoria 1905|1905]] al [[Prima Categoria 1908|1908]], la squadra con il maggior numero di punti al termine del girone finale, vinceva il campionato. Si giocava una finale di spareggio per il titolo di ''Campione d'Italia'', nel caso due squadre giungessero prime a pari merito nel girone finale.</ref> composto dai tre campioni regionali con partite d'andata e ritorno. La Juventus aveva superato il girone eliminatorio vincendo la partita ''per forfait'' 3-0 contro il F.C. Torinese, ritiratosi dalle eliminatorie regionali. Nel girone finale del campionato italiano, gli juventini batterono, con reti di Donna in due occasioni e Varetti, l'[[Unione Sportiva Milanese|U.S. Milanese]] 3-0, pareggiano a [[Genova]] 1-1 con il Genoa (reti di Pollack per i genovesi e Forlano per i torinesi) e batterono di nuovo la Milanese a [[Milano]] 4-1 (reti di Varisco per i milanesi e Donna, Forlano, Squair e Varetti per la Juventus). Un nuovo pareggio 1-1 contro il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] (le cronache riportano le reti di Donna per ''le zebre'' e Meyer per ''i grifoni'' ed una grande performance del portiere juventino Durante) nella sfida decisiva del girone finale, giocata a [[Torino]] il [[2 aprile]] dello stesso anno<ref>La partita di ritorno del girone finale del [[Prima Categoria 1905|campionato italiano 1905]] tra la Juventus e il Genoa fu ripetuta per ben tre volte: la prima fu annullata per invasione di campo con conseguente rissa tra spettatori e giocatori, la seconda fu sospesa perché la [[Torino|Città di Torino]] fu sepolta da un'abbondante nevicata. Cfr. anche {{cita web|url=http://www.genoacfc.it/index.php?option=com_content&task=view&id=49&Itemid=40|titolo=Storia del Genoa CFC: 1898-1906: Il primo Grande Genoa|editore=www.genoacfc.it|accesso=29-03-2009}}</ref>. Fu il primo grande successo del club, il suo primo titolo di [[Prima Categoria 1905|Campione d'Italia]], chiudendo il girone finale al primo posto a 6 punti, contro i 5 dei genovesi. Gli undici juventini che vinsero il campionato italiano per la prima volta, secondo le cronache dell'epoca, furono: il pittore Domenico Durante; Gioacchino Armano ed Oreste Mazzia (studenti al [[Politecnico di Torino|Politecnico]]); lo svizzero Paul Arnold Walty<ref>Svizzero nato ad [[Aarburg|Aarbourg]] il [[5 gennaio]] [[1881]], cfr. quanto scritto da {{cita libro|autore=AA.VV nel libro|titolo=Almanacco Illustrato del Milan|anno=1999|editore=[[Edizioni Panini]]||città=[[Modena]]|id=}}</ref>, Giovanni Goccione ([[Capitano (calcio)|capitano]]) e lo scozzese Jack Diment (tutti e tre impiegati); Alberto Barberis (studente in giurisprudenza), Carlo Vittorio Varetti (studente in ingegneria) e Luigi Forlano (geometra); l'inglese James Squair (impiegato) e Domenico Donna (un studente in giurisprudenza), che fungeva da allenatore<ref name=allenatore>Nelle prime due decadi del [[XX secolo]] non esisteva un sistema particolare di allenamento per tenersi in forma nel [[campionato di calcio italiano|calcio italiano]]. ''De facto'', tutti i giocatori - studenti o lavoratori - si ritrovavano un paio di volte alla settimana al [[Stadio Motovelodromo Umberto I|Velodromo di Corso Re Umberto]] per gli allenamenti che consistevano in partitelle e corse di velocità e/o resistenza, sempre sotto la guida del [[Capitano (calcio)|capitano]] della squadra, che era il coordinatore.<br/> Cfr. anche {{cita web|url=http://www.bianconerionline.com/web/index.php?option=com_content&task=view&id=39&Itemid=32|titolo=Campioni del passato: Gli allenatori (prima parte)|editore=www.bianconerionline.com|accesso=15-02-2009}}</ref> della squadra dal [[1900]].