Giovanni Leone: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Poweruser (discussione | contributi)
Riga 67:
 
===La campagna diffamatoria===
A partire dal [[1975]] Leone e i suoi familiari si trovarono al centro di attacchi violentissimi e insistenti, mossi soprattutto dal [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] di [[Marco Pannella]], dal settimanale [[L'espresso]], in particolare dalla giornalista [[Camilla Cederna]] che nei primi mesi del [[1978]] pubblicò per tipi di [[Feltrinelli]] un ''pamphlet'' su presunte irregolarità commesse dal presidente e dei suoi familiari (volume per il quale la giornalista subì una condanna al pagamento di un ingente risarcimento).<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/10/CAMILLA_CEDERNA_Donna_coraggio_co_0_9711105279.shtml Necrologio di Camilla Cederna sul Corriere della Sera]</ref> ) e dal periodico "OP" di [[Mino Pecorelli]].
Le illazioni sarebbero state in parte alimentate da alcuni ambienti della [[Democrazia Cristiana]] e da elementi vicini alla [[loggia P2]] di [[Licio Gelli]]{{citazione necessaria}}.
Fino al giorno delle sue dimissioni, Leone preferì non rispondere pubblicamente, chiudendosi in un dignitoso silenzio (l'unica volta che perse le staffe fu in occasione di una visita ufficiale a [[Pisa]], quando, agli studenti dell'estrema sinistra che lo insultavano, rispose facendo il segno delle corna {{citazione necessaria}}).
A reagire furono soltanto i suoi familiari, chiamati anch'essi in causa e che vennero successivamente assolti da qualsiasi addebito.
 
Leone contava anche sul sostegno della [[DC]], partito che lo difese senza troppa convinzione<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2008/novembre/02/Giovanni_Leone_complotto_Pci_volle_co_9_081102044.shtml Corriere della Sera, [[2 novembre]] [[2008]]]</ref>.
Basti dire che il [[15 ottobre]] [[1975]] Leone inviò un articolato messaggio alle Camere <ref>[http://www.camera.it/_presidenti/schede/15ott65_1.htm Il testo del messaggio alle Camere]</ref> , la DC si adoperò perché passasse il più possibile sotto silenzio (in un'intervista televisiva del [[1996]], l'ex capo dello Stato sottolineò come il presidente del [[Senato]] dell'epoca, [[Giovanni Spagnolli]], avesse evitato perfino che ci fosse un dibattito in aula sui contenuti del messaggio){{citazione necessaria}}.
Nel [[1976]] incominciò a circolare un'indiscrezione, secondo la quale sarebbe stato lui stesso il personaggio chiave attorno al quale ruotava lo [[scandalo Lockheed]] (illeciti nell'acquisto da parte dello Stato italiano di velivoli dagli UsaUSA), con il nome in codice ''Antelope Cobbler''.
Non solo questa e le altre accuse avanzate contro Leone non furono mai provate, {{citazione necessaria|ma anzi fu ampiamente dimostrata la sua assoluta estraneità a ogni fatto addebitatogli}} <ref>[http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9D02E4DE1438F933A25752C1A9679C8B63 New York Times obituary, [[10 novembre]] [[2001]]]</ref>.
 
===Le dimissioni===