Il conte di Montecristo: differenze tra le versioni
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'''''Il Conte di Montecristo''''' è uno dei più famosi [[romanzo d'appendice|romanzi d'appendice]] scritti da [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]], noto tra l'altro per la trilogia che include ''[[I Tre Moschettieri]]'', ''[[Vent'anni dopo]]'', e ''[[Il Visconte di Bragelonne]]''. Considerata da molti la sua opera migliore, fu completata nel [[1844]] e rilasciata come una serie in 18 parti nei 2 anni successivi.
La storia è ambientata in [[Italia]], in [[Francia]] e nelle isole del [[Mar Mediterraneo]](Malta), durante gli anni tra il [[1815]] ed il [[1838]] (dalla fine del regno di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone I]] al regno di [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]]). I principali temi trattati riguardano la giustizia, l'avidità, la vendetta
== Trama ==
===Da marinaio a prigioniero===
====Lo sbarco====
[[24 febbraio]] [[1815]]: [[Edmond Dantes|Edmond Dantès]], [[marinaio]] diciannovenne a bordo
====Il ritorno a casa====
La prima visita di Edmond è per il vecchio padre, che ritrova dimagrito e senza soldi nella sua piccola camera: infatti l'anziano si era incaricato di saldare il [[debito]] con il vicino di casa Gaspard Caderousse, e le finanze rimaste gli erano bastate appena per sopravvivere. Edmond rimprovera affettuosamente il padre, gli offre subito i pochi beni che ha "contrabbandato" oltre la dogana (piccole quantità di caffè, tabacco e altri generi di conforto) e gli mostra i soldi guadagnati con il viaggio, assicurandolo che con essi e i futuri compensi da capitano non vi saranno più problemi economici. In quel momento entra il [[sarto]] Caderousse, che nonostante i complimenti affettuosi a Edmond, non riesce a celare del tutto l'invidia del benessere del vicino e la cupidigia per i denari che gli vede in possesso.
Una volta che Dantès esce per recarsi ai ''Catalani'' e riabbracciare l'amata Mercédès,
Nel contempo Edmond si è recato ai ''Catalani'', il villaggio spagnolo, dove incontra Mercédès e suo cugino
Mentre i due innamorati passeggiano lungo il promontorio, tre uomini si incontrano; le fortune del protagonista, infatti, non passano inosservate a tre "amici" di Dantès che stavano bevendo in un [[bar]] nelle vicinanze, l'osteria della ''Riserva'': il pescatore
====La lettera====
Mentre Edmond e Mercédès si allontanano, Danglars stuzzica il giovane Fernand sul matrimonio tra i due, mentre Caderousse,
{{quote|Il signor Procuratore del Re è avvisato, da un amico del [[trono]] e della [[religione]], che un tale, nominato Edmond Dantès, secondo del [[bastimento]] ''
Una volta scritta, Danglars si rivolge ai due compari: Caderousse, nonostante il [[vino]], si rende conto dell'atto infame che potrebbe essere la spedizione della lettera, al che Danglars gli ripete che nemmeno lui vuole male a Dantès, e spiegazza il foglio gettandolo in un angolo
Poco dopo i tre si separano, Danglars e Caderousse tornano a Marsiglia, Mondego invece fa finta di tornare ai ''Catalani'' mentre, dopo aver raccattato da terra il foglio, si reca in [[città]] per spedirlo. Danglars voltandosi e vedendo le mosse del giovane catalano si rende conto che il suo piano è ormai avviato. Adesso deve solo aspettare l'evolversi della situazione. ====L'arresto====
Il giorno seguente Edmond e Mercédès tengono il loro [[pranzo]] di [[fidanzamento]] all'osteria della ''Riserva'', e alla presenza di amici e parenti, tra cui il vecchio Dantès,
====Villefort e l'interrogatorio====
La lettera spedita da Fernand era stata, infatti, consegnata al sostituto [[procuratore]] del re e [[magistrato]] pubblico Gérard de Villefort. Costui, a soli ventisette anni, era giunto ad un importante posto nella magistratura per il suo zelo e per la sua cieca obbedienza ai superiori, e stava, con sua grande felicità, per sposare Renata, erede dei [[Marchesi]] di S. Méran, ricchi e molto legati alla [[monarchia]] (quindi particolarmente severi verso i bonapartisti). L'unico suo motivo di preoccupazione è il padre, Noirtier, ex membro del governo [[napoleonico]] e bonapartista, che era stato quasi rinnegato dal figlio per preservarne carriera e rapporti con la famiglia della fidanzata
Dopo aver incontrato Morrel, che cerca di mettere una buona parola sul giovane agli arresti, Villefort inizia a interrogare Dantès: è subito colpito dalla sincerità del giovane, dalla sua onestà e, comprendendo la sua situazione e la certa innocenza, cerca di fare il prima possibile per risolvere il problema. Villefort comunica quindi ad Edmond che se gli avesso reso la lettera che avrebbe dovuto consegnare a [[Parigi]] sarebbe stato libero; ma una volta tra le mani rimane sgomento: il destinatario era suo padre!
Villefort cade nello sconforto; benché riconosca l'innocenza di Edmond e sia sul punto di rilasciarlo, sa che il legame tra il padre e il possibile [[complotto]], se scoperto potrebbe portare ad una speculazione mortale per la sua [[carriera]] e l'imminente [[matrimonio]]. Per seppellire questo segreto Villefort decide che vi è un'unica via, benché a discapito del povero Dantès, l'unico a conoscenza del destinatario della lettera e, forse, del contenuto. Villefort rassicura Edmond sulla sua situazione, promettendogli a breve la libertà, anche se dovrà trattenerlo ancora un poco al Palazzo di Giustizia. Detto ciò brucia la lettera diretta al padre e convince il giovane a non parlarne più, assicurandogli in questo caso la sicura salvezza; Edmond, nella sua bontà di innocente e di capitano rispettoso, credendo che l'uomo davanti a lui si stia adoperando con ogni mezzo per la sua scarcerazione, giura di fare ciò che gli è stato consigliato. Villefort fa così condurre nella [[prigione]] del [[Palazzo di Giustizia]] Dantès, e poi comincia a mettere in atto il piano che potrà salvarlo dalla catastrofe che pochi minuti prima si prospettava davanti a lui.
====La prigionia di Dantès====
Verso le dieci di sera del [[1 marzo]] Edmond viene prelevato dalla [[prigione]] e portato al [[porto]], dove un battello lo porta verso il [[Castello d'If]], terribile prigione su una roccia in mezzo al mare. Edmond durante il viaggio è inizialmente ottimista sul suo destino, ma una volta venuto a sapere la meta del viaggio cade nello sconforto: arrivato al castello è rinchiuso in una cella. Il giorno seguente domanda al suo carceriere informazioni sulla sua condizione; per la disperazione arriva a minacciarlo se non gli darà una mano, e per pronta risposta viene rinchiuso nelle segrete:
{{quote|La porta fu chiusa, e Dantès camminò con le mani stese innanzi a sé fino a che urtò nel muro; allora si sedette e restò immobile mentre i suoi occhi, abituandosi un poco alla volta all'oscurità cominciarono a distinguere gli oggetti.
[...]
Il carceriere aveva ragione, mancava ben poco a Dantès per diventare pazzo.}}
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