Heinz Heger: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: Sistemo template Portale. |
m Bot: Aggiungo: en:Heinz Heger; modifiche estetiche |
||
Riga 24:
Nel [[1972]] Kohout, utilizzando lo pseudonimo di Heinz Heger, pubblicò ''Die Männer mit dem rosa Winkel'' - tradotto in molte lingue e pubblicato in [[Lingua italiana|italiano]] con il titolo ''Gli uomini con il triangolo rosa'' - una delle pochissime testimonianze autobiografiche, insieme a quella dell'internato gay [[Alsazia|alsaziano]] [[Pierre Seel]], relative alle condizioni di vita e al trattamento riservato agli [[omosessuale|omosessuali]] all'interno dei lager nazisti.
== Biografia ==
Heinz Heger nacque a [[Vienna]] da una famiglia [[Cattolicesimo|cattolica]]; il padre era impiegato statale. La madre era una donna molto affettuosa e premurosa nei confronti del figlio: quando Heger decise di dichiararle le proprie inclinazioni sessuali, pur tenendole nascoste al padre, ella rispose, eccezionalmente considerando la rigida morale austriaca del tempo:
Riga 32:
Heger venne arrestato e condannato a sei mesi di carcere, in applicazione del [[paragrafo 175]], come "degenerato"; il padre, in seguito allo scandalo, perse il lavoro e, disperato, si suicidò lasciando una lettera per la famiglia: "Questo è troppo per me! Vi prego di dimenticarmi. [[Dio]] protegga nostro figlio!". Il suo amato Fred riuscì invece, probabilmente a causa dell'influenza del padre, ad essere prosciolto a causa di "confusione mentale".
== L'internamento nei lager ==
Dopo aver scontato la pena prevista Heger, su ordine dell' ''[[RSHA|Ufficio centrale per la sicurezza del Reich]]'' non venne liberato, ma venne invece deportato presso il [[campo di concentramento di Sachsenhausen]], dove fu obbligato ad indossare, sulla casacca da internato, il [[triangolo rosa]], marchio distintivo dei deportati omosessuali. A Sachsenhausen Heger e gli altri 180 deportati gay non potevano avere contatti con nessun altro prigioniero per il timore che potessero "sedurlo". I lavori più duri e inutili venivano assegnati agli omosessuali per "rieducarli attraverso il lavoro": d'inverno erano obbligati a spazzare la neve con le mani accumulandola di lato, per poi ricevere ordine di spostarla (sempre con le mani) da un'altra parte.
Riga 39:
Nell'estate [[1943]] il comandante delle SS, [[Heinrich Himmler]] decise che gli omosessuali "ariani" avrebbero dovuto essere "rieducati" a un comportamento sessuale "ortodosso"; per questo egli ordinò che fossero obbligati a frequentare regolarmente il bordello del campo, rifornito con internate "ariane" obbligate a prostituirsi. Heger descrive queste umilianti esperienze come "non solo imbarazzanti, ma anche strazianti".
== La liberazione e il dopoguerra ==
Il [[24 aprile]] [[1945]], con l'avvicinarsi delle forze anglo-americane, il campo venne sgombrato ed Heger obbligato ad una [[Marce della morte (Olocausto)|marcia della morte]] verso il campo di [[Campo di concentramento di Dachau|Dachau]]. Pochi giorni dopo egli venne liberato, prima di raggiungere Dachau, nei pressi di [[Chaim]].
Riga 46:
Heinz Heger morì nella sua città natale nel [[marzo]] [[1994]]; tra i suoi effetti personali venne ritrovato il triangolo rosa indossato sulla sua casacca da internato con sovrapposto il suo numero di prigioniero: 1896. È l'unico esempio di triangolo rosa appartenuto a un detenuto omosessuale conosciuto; attualmente è proprietà del ''United States Holocaust Memorial Museum''.
== Il libro ==
''Gli uomini col triangolo rosa'' fu, nel 1972, il primo documento in prima persona relativo all'internamento di omosessuali nei lager nazisti. Fino ad allora il tema era ignoto al pubblico, ignorato dalla storiografia ufficiale se non, talvolta anche deliberatamente censurato. La documentazione in materia era scarsa e frammentaria, e non esistendo alcuna testimonianza diretta, era facile negare puramente che l'episodio fosse mai avvenuto, come facevano anche alcune associazioni di ex-deportati (non italiane, comunque), che non volevano che il loro nome fosse "sporcato" dalla presenza di omosessuali nelle loro fila. Da qui l'importanza dell'apparizione delle testimonianze dirette, a cui l'autobiografia di Heger diede il via.
Riga 57:
Non è eccessivo dire che l'impatto emotivo di quest'opera contribuì a rompere la "congiura del silenzio" attorno a questo tema ancora tabù, ad accendere la speranza di trovare altri testimoni disposti a parlare della loro esperienza (cosa che in effetti avvenne), e in definitiva a spianare la strada alle opere successive, realizzate con metodi storiografici più scientifici, come ad esempio il documentario ''[[Paragraph 175]]''.
== Bibliografia ==
* Heinz Heger, ''Gli uomini col triangolo rosa'', Edizioni Sonda, Torino 1991.
== Voci correlate ==
* ''[[Bent (film)]]''.
* [[Storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l'Olocausto]]
Riga 66:
* [[Pierre Seel]]
== Collegamenti esterni ==
* {{it}} [http://www.culturagay.it/cg/schedaLibro.php?id=822 Scheda e recensione] de ''Gli uomini col triangolo rosa''.
* {{it}} [http://comunita.gay.it/pride/libreria/bi_heger.htm Alcuni stralci] de ''Gli uomini col triangolo rosa''.
Riga 76:
[[Categoria:Omosessualità e nazismo|Heger, Heinz]]
[[Categoria:Persone condannate o uccise per omosessualità]]
[[en:Heinz Heger]]
|