Andrea Pozzo: differenze tra le versioni
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Nel contempo accentuano la verticalità dell’insieme, terminanti nei raffinati capitelli corinzi con volute e foglie d’acanto, che si avvitano nella fascia più alta e ne scaricano il peso.
Notevole è il risultato estetico dei marmi policromi, pregiati nella materia, con i loro colori sottolineano tutte le bande compositive dell’altare, rimarcando quadri modulari in successione ritmica e invitando l’occhio a percorrere lo spazio dal basso verso l’alto. Notevole è la sensazione che si prova muovendosi nel presbiterio, nel leggerlo nelle sue parti compositive da posizioni ravvicinate o dal basso verso l’alto dove si percepisce il suo dominio sullo spazio e sulle persone.
Al centro vi era collocata una grande tela del pittore veronese [[Antonio Balestra]], ora in [[Museo Civico di Castelvecchio|Castelvecchio]], al suo posto la statua di [[San Sebastiano]] opera del vicentino Orazio Marinali. La figura scolpita è in marmo bianco, si richiama nell’impostazione alla classicità, ma del barocco raccoglie l’inquietudine, le tensioni della tragicità dell’evento che si compie, le vigorose anatomie che creano a contatto con la luce effetti chiaroscurali morbidi o accesi, fanno risaltare la massa acromatica in netto contrasto con la varietà dei colori che la circondano.
La figura del santo è originata da direttrici circolari concave e convesse che determinano l’ossatura compositiva, la trasformano da blocco statico in dinamico. La testa è ruotata leggermente all’indietro, il volto verso l’alto sottolinea mirabilmente l’accettazione al martirio. La luce percorre le superfici esaltando le decorazioni con risultati dati proprio dall’insieme delle rientranze e delle sporgenze. Nelle scenografie barocche il tutto doveva concorrere a un vitale rapporto con lo spazio circostante, dove tutte le arti si fondono con risultati di notevole efficacia ed esuberanza come nell’altare di S.Luca a [[Verona]] di [[Andrea Zanoni]] datato [[1702]]. Sull’asse centrale di simmetria del nostro altare gli emblemi, segni rappresentativi dei valori cristiani.
In basso l’urna delle reliquie testimonia la fede vissuta, la Mensa con il tabernacolo impronta dell’Eucarestia viva, il tempietto-ciborio sorretto da angeli è la Gloria e nella parte più in alto lo Spazio Divino rappresentato dalla Madonna tra gli angeli sovrastato dal medaglione con il Bambino Gesù. Le sculture, che ornano l’altare in marmo bianco, dai putti reggi medaglioni, agli angeli berniniani, ai decori, alle volute ad onda, ai cartigli, alale colombe, alle corone vegetali o alle nuvole creano e completano lo spettacolo scenico. Nonostante il tempo, in questo luogo sacro si rigenera l’incanto di questa realizzazione marmorea che signorilmente nel suo sfarzo rende maestosa tutta la chiesa, non la sottrae alla preghiera e al silenzio della meditazione. Altro aspetto di non secondaria importanza è il fatto inimmaginabile che un altare di questa sorta possa trovarsi in un piccolo paese e l’abilità che i nostri nonni hanno avuto nel condurlo fin qui. Le ragioni che motivarono la Chiesa del [[XVII secolo]] verso questi monumentali allestimenti sono in parte superate, ma conservano inalterato tutto l’impatto emotivo e scenico che lo spettatore avverte nella loro grandezza, la bellezza della creatività dell’uomo tradotta in immagini e volumi.
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