Francesco Baracca: differenze tra le versioni

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|Didascalia = Francesco Baracca a fianco del suo velivolo
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|FineIncipit = è stato un 'asso dell'aviazione italiana e medaglia d'oro nella [[Prima guerra mondiale]]
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==Biografia==
Si formò alla Scuola Militare di Modena, corpo di Cavalleria.
 
Nel 1912, tenente dei Lancieri, passava in aviazione. Si distinse presto per l'eccezionale abilità nelle tecniche acrobatiche.
 
Il 7 aprile 1916 abbatteva il primo apparecchio austriaco.
 
MorìIl 19 giugno 1918 precipitava con l'aereo in fiamme, durante la [[battaglia del solstizio]], nel corso di una missione di mitragliamento a bassa quota, sopra Colle Val Dell'Acqua, sul Montello (tra Nervesa della Battaglia e Giavera del Montello), abbattuto probabilmente da un colpo di fucile sparato da terra, mentre con il suo [[SPAD S.XIII]] sorvolava le [[trincea|trincee]] [[Austria|austriache]], durante la [[battaglia del solstizio]] (giugno 1918).
 
==I duelli e la concezione del combattimento==
Partecipò a 63 combattimenti aerei, abbattendo 34 velivoli nemici, l'ultimo a [[Borgo Malanotte]] nei pressi di [[Tezze di Piave]], mentre stavano arrivando le truppe austriache, tanto che le nostre retroguardie in ritirata segnalarono al pilota di non scendere a visionare l'aereo abbattuto, dato l'imminente arrivo del nemico.
 
Il suo primo abbattimento venne effettuato sopra il cielo di [[Gorizia]]: dopo vari minuti di ingaggio riuscì a portarsi con una [[cabrata]] in coda al velivolo avversario che, ricevuti 45 colpi, non ebbe scampo e precipitò. Baracca atterrò subito nei pressi dello schianto per sincerarsi delle condizioni del pilota nemico e congratularsi con lui per il combattimento.
 
Questo gesto da parte di Baracca non fu isolato, infatti sosteneva «è all'apparecchio che io miro non all'uomo».
 
In una lettera scritta alla madre, egliebbe a espresseesprimere tutto il suo dolore per l'uso di pallottole traccianti, dopo avere visto un aviatore austriaco, avvolto dalle fiamme, gettarsi nel vuoto da alta quota. Baracca esprimeva la sua contrarietàriteneva perchéche le moderne armi d'ingaggio stavano rendendo più crudeli i metodi di combattimento.
 
L'ultimo abbattimento fu a [[Borgo Malanotte]] nei pressi di [[Tezze di Piave]], mentre stavano arrivando le truppe austriache, tanto che le nostre retroguardie in ritirata segnalarono al pilota di non scendere a visionare l'aereo abbattuto, dato l'imminente arrivo del nemico.
==La scomparsa==
Morì durante una missione di mitragliamento a bassa quota, sopra Colle Val Dell'Acqua, sul Montello (tra Nervesa della Battaglia e Giavera del Montello), abbattuto probabilmente da un colpo di fucile sparato da terra, mentre con il suo [[SPAD S.XIII]] sorvolava le [[trincea|trincee]] [[Austria|austriache]], durante la [[battaglia del solstizio]] (giugno 1918).
 
==LaTesi sulla scomparsa==
Recentemente è stata avanzata una tesi secondo la quale Baracca piuttosto che bruciare con il velivolo o essere fatto prigioniero abbia preferito suicidarsi (il corpo, ustionato in più punti, presentava una ferita di pallottola sulla tempia destra), mentre da tempo esiste la rivendicazione dell'abbattimento da parte di un pilota austriaco<ref>Il bollettino di guerra austro-ungarico del 3 luglio 1918 attribuì l'abbattimento al tenente Barrug, con pilota il sergente Kauer, ma la cosa venne immediatamente smentita da parte italiana: «In quel giorno l'aviazione austriaca già completamente battuta dalla nostra, era assente dal cielo della battaglia», boll. uff. 3/7/18, in {{cita libro | cognome= | nome= | titolo= Diario della guerra d'Italia| editore= Fratelli Treves| città=Milano | anno= 1924}}</ref>, ma nessuna di queste due tesi sembra supportata da elementi concreti. Alle due tesi se ne è aggiunta ultimamente un'altra, ossia che un tiratore austriaco appostato su un campanile lo abbia colpito. In ogni caso, nei giorni del ritiro delle truppe austriache da Bavaria e Nervesa per raggiungere la sinistra Piave, un giornalista di guerra appresso alle truppe italiane disse che fu difficile localizzare l'aereo caduto, poiché era finito in una fitta radura di alberi, da cui la certezza che il nemico non lo avesse trovato. Inoltre la stampa austriaca, in quei giorni di combattimento, non se ne era occupata, tanto che qualcuno sperava di trovarlo ancora in vita, magari ferito e nascosto da qualche parte.
 
Il [[Vittorio Emanuele III di Savoia|re]] aveva mandato ai suoi genitori un telegramma che auspicava una risoluzione positiva, speranza che si infranse solo di fronte al ritrovamento del cadavere e dell'aereo caduto. La bara fu trasferita ad [[Istrana]], paese vicino all'Aeroporto di S.Cristina di Quinto da cui partì (all'ingresso della strada dove si trovava l'aeroporto si trova ancora l'ala del suo aereo). Al suo passaggio parteciparono le autorità civili e militari, oltre che la gente del paesino. Poi la salma venne trasportata a [[Lugo di Romagna]], dove si svolsero i funerali ufficiali.
 
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D'Annunzio, aviatore pure lui, era "amico" di Baracca e, nell'incontrarlo, cercava spesso di carpire il metodo usato per abbattere gli aerei nemici, quasi si trattasse di un trucco che il Baracca voleva tenere per sé. Lo stesso Baracca si rendeva conto che il D'Annunzio, poco convinto della tecnica di abbattimento che si concentrava sull'abilità del pilota, cercava ogni volta di rifargli le stesse domande, per trovare qualche contraddizione nella risposta.
 
==IntitolatiIl velivolo==
L'odierno ex aeroporto militare con sede a [[Centocelle]] ([[Roma]]) porta oggi il suo nome ed è sede del [[Comando Squadra Aerea]] (CSA) e del [[Comando Operativo di vertice Interforze]].
 
L'attuale [[9° Stormo Caccia]] dell'[[Aeronautica Militare]], con sede a [[Grazzanise]] ([[Provincia di Caserta|CE]]), porta il suo nome ed emblema, che è anche presente negli stemmi dei Gruppi Caccia [[10° Stormo Caccia|10°]] e [[12° Stormo Caccia|12°]], mentre è presente a colori invertiti (cavallino bianco in campo nero) negli stemmi del [[4° Stormo]] e del [[9° Gruppo Caccia]].
 
==Il veivolo==
Il velivolo [[SPAD S.XIII]] di Francesco Baracca, recuperato e restaurato, è esposto provvisoriamente presso un centro commerciale a [[Castelfranco Veneto]].
 
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==Intitolati==
L'odierno ex aeroporto militare con sede a [[Centocelle]] ([[Roma]]) porta oggi il suo nome ed è sede del [[Comando Squadra Aerea]] (CSA) e del [[Comando Operativo di vertice Interforze]].
 
L'attuale [[9° Stormo Caccia]] dell'[[Aeronautica Militare]], con sede a [[Grazzanise]] ([[Provincia di Caserta|CE]]), porta il suo nome ed emblema, che è anche presente negli stemmi dei Gruppi Caccia [[10° Stormo Caccia|10°]] e [[12° Stormo Caccia|12°]], mentre è presente a colori invertiti (cavallino bianco in campo nero) negli stemmi del [[4° Stormo]] e del [[9° Gruppo Caccia]].
 
==Note==