Cosenza: differenze tra le versioni
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[[Immagine:FONTANA DEL BALILLA COSENZA.JPG|thumb|right|Fontana del Balilla a Piazza Crispi]]
Il propagandismo [[fascismo|fascista]] a Cosenza si intensificò solo sul finire degli anni '30, fino ad allora il capoluogo bruzio si era mostrato ad esso ostile. Essenzialmente i fascisti fecero si che i più giovani fossero educati alla cultura del regime e allontanati dalla Chiesa oppositrice. Tutto ciò portò ad una nuova mentalità cittadina che la vide appoggiare il [[Benito Mussolini|Duce]] nella sua idea di partecipare alla [[seconda Guerra mondiale]], lasciatisi abbagliare dalle mire del colonialismo fascista. Mussolini arrivò in città nel [[1939]]. La visita venne pubblicizzata e presentata in pompa magna, attirando migliaia di persone dalla provincia e dalla Calabria intera, ma che non lasciò nulla di concreto per Cosenza che non ne trasse alcun vantaggio. La
Infatti nell'immediato allargò la popolarità degli oppositori che si fecero sentire su argomenti quali l'alleanza con la Germania o l'entrata in guerra dell'[[Italia]] al loro fianco. Durante la guerra Cosenza fu bombardata massicciamente solo nel [[1943]] dagli anglo-americano. [[File:MONUMENTO AI CADUTI IN GUERRA COSENZA.JPG|thumb|right|290px|Monumento ai caduti in guerra in Piazza della Vittoria]] Quell'anno Cosenza subì nuove incursioni che causarono 136 vittime, mentre la situazione socio-economica portò la città verso una catastrofica paralisi. La fine della guera lasciò la città priva di un ordine amministrativo e politico che colmarono gli [[inglesi]] designando [[Prefetto]] [[Pietro Mancini]], il quale diede la carica di Primo Cittadino al compagno di partito [[Francesco Vaccaro]]. Come per il resto della nazione, nelle elezioni del [[1946]], la città elesse a sindaco il [[Democrazia Cristiana|democristiano]] [[Maurizio Quintieri]]. La città, però, continuava a vivere una situazione economica disastrata, tanto che nel [[1950]] le famiglie senza tetto erano 1307 e 436 quelle che vivevano in baracche.
È ancora possibile osservare, in vari punti del centro storico, scritte celebranti il fascismo sulle mura dei palazzi (in piazza dei Valdesi la scritta <Chi si ferma è perduto>, sul lungo Busento Oberdan la scritta <Duce, duce, duce, duce>).
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