Roberto Farinacci: differenze tra le versioni

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Se da un lato non mancano congetture circa un suo diretto coinvolgimento diretto ed operativo nel [[sequestro di persona|sequestro]] e nella successiva eliminazione del parlamentare socialista (fu peraltro il difensore di [[Amerigo Dumini]], uno degli [[imputato|imputati]] del relativo [[processo]]), le conseguenze politiche dell'accaduto lo riguardarono anche più da vicino. Dopo averlo incontrato, Mussolini, come noto, rivendicò a sé la responsabilità politica dell'omicidio, esplicitando nel famoso discorso alla [[Camera dei Deputati|Camera]] il riconoscimento dello squadrismo, ammettendo pertanto apertamente che il fascismo considerava (e non più smentiva) i suoi violenti militanti come una delle componenti del partito, legittimando con questo il loro capo alla piena rilevanza politica.
 
Fu strumentale, molti convengono, tale riconoscimento dello squadrismo all'instaurazione della [[dittatura]], e dunque la situazione di crisi apertasi con il delitto veniva risolta con un ingente vantaggio per il partito. Di tale vantaggio, che non è agevole dire quanto davvero espressamente cercato in questa forma, Farinacci sarebbe stato remunerato con la segreteria del [[Partito Nazionale Fascista]], ufficio che resse dal [[1925]] al [[1926]], e con l'ammissione di fatto al gruppo dei politici più importanti. In particolare, il [[30 agosto]] [[1925]], accompagnato da [[Italo Balbo]], si recò a [[Forlì]] per compiere un gesto di grande importanza propagandistica: la fondazione di [[Predappio Nuova]], allo scopo di celebrare il luogo natalre di Benito Mussolini.
 
Questo non sanava una contrapposizione che sempre avrebbe diviso Farinacci dal suo Duce, che egli riconosceva come capo, stimava ed amava, ma che rimproverava (anche pubblicamente, e non solo per propaganda) di essere eccessivamente liberale e morbido, costantemente ponendoglisi in controscena nel produrre proposte "più decise" ogni volta che Mussolini gli pareva poco incisivo.