Camelus dromedarius: differenze tra le versioni

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|immagine=[[ImmagineFile:Camelus dromedarius in Singapore Zoo.JPG|240px]]
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|Regno=[[Animalia]]
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|bidata=[[1758]]
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Il '''dromedario''' (''Camelus dromedarius'' [[Carl von Linné|Linnaeus]], [[1758]]) è un [[Artiodattili|artiodattilo]] della [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] dei [[Camelidi]], diffuso in [[Asia]], [[Africa]] settentrionale e, per intervento umano, anche in [[Australia]] (nel [[Medioevo]] anche nella [[Sicilia]] [[musulmani|musulmana]] e in [[al-Andalus]]).
 
== Cenni storici ==
In base ai resti [[fossile|fossili]] ritrovati, l'animale popolava alcuni millenni or sono anche l'[[America del Nord|America]] settentrionale ma è assai probabilmente nella [[Penisola Araba]] che il dromedario fu addomesticato tra il V e il IV millennio a.C.
 
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Secondo un noto adagio l'uomo sarebbe così diventato il "[[parassita]]" del suo dromedario che, con altrettanto nota espressione [[lingua araba|araba]], fu definito ''safīnat al-barr'', ovvero "nave del deserto", per la sua capacità di percorrere lunghe distanze su terreni abbastanza accidentati e in carenza di alimenti solidi e liquidi.
 
== Descrizione ==
Il [[manto]] del dromedario può assumere le più diverse sfumature del beige, giungendo a tonalità assai scure, fin quasi al nero, o, al contrario, assai chiare, fino al bianco. Le [[zampe]] sono formate da due dita rivestite da uno spesso strato calloso, che gli permette di camminare sulla sabbia senza sprofondarvi. Il [[muso]] è lungo e le narici sono molto strette, per essere riparate dalla sabbia quando viene sollevata dal vento.
 
Rinomate sono le femmine, anche per la loro capacità lattifera e per il carattere meno irrequieto. Quanto al [[lessico]], il [[vocabolario]] arabo contempla circa 160 [[sinonimia|sinonimi]] per identificare i dromedari - dal generico termine ''jamal'' (pl. ''jimāl'') al collettivo ''ibil'' - in funzione del [[sesso]], dell'[[età]] o del [[colore]] del manto: cifra ancor più alta pertanto di quella assai consistente riservata al cavallo, altro animale assai amato dalla cultura araba. L'arco di vita del dromedario giunge fino ai 40-50 anni.
 
== Distribuzione e [[habitat]] ==
Il dromedario è diffuso allo stato domestico in tutta l'[[Africa del nord]], nella [[Penisola arabica]], in [[India]] e in gran parte dell'[[Asia minore]], luoghi dove trova le caratteristiche climatiche migliori per la sopravvivenza della sua specie.
 
Introdotto nell'interno dell'Australia nel 1800 per le sue eccezionali capacità di trasporto in climi aridi, con l'introduzione sempre più massiccia dei trasporti terrestri via camion ha perduto la sua importanza economica. Non più utile, esso è stato abbandonato a se stesso e, sfuggito al controllo dell'uomo, è rinselvatichito e vive attualmente allo stato selvaggio, con una popolazione totale di almeno 500000 capi. Poichè è estinto allo stato selvaggio nei luoghi di origine, (Sahara e penisola Arabica), i dromedari dell'Australia sono le uniche popolazioni ove si possono ancora fare osservazioni sul comportamento allo stato selvaggio dei dromedari.
 
== Caratteristiche ==
Il dromedario, purché il terreno non sia troppo accidentato, è in grado di percorrere fino a 150 km in 15-20 ore, a una velocità che può oscillare fra gli 8 e i 20 km orari, sopportando un carico che può arrivare a 150-200 kg (A. Musil, a p. 145 dell'opera sottocitata, parla di eccezionali percorrenze di 160 miglia giornaliere, dunque tra i 250 e i 260 km).
 
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Dotato di [[udito]] e [[olfatto]] oltremodo fini (i nomadi ne lodano anche la [[vista]]), il dromedario può avvertire la presenza di acque sotterranee tanto da rendere preziosi servigi in ambienti aridi.
 
== Rapporti con l'uomo ==
Di esso si utilizza pressoché tutto: carne (di alta digeribilità), [[grasso]] (particolarmente apprezzato quello della [[gobba]]), [[latte]] (da 2 a 14 litri al giorno), [[pelle]] (assai elastica e morbida), [[pelo]] (lavorato per produrre pregiati tessuti) e finanche [[sterco]] (mescolato con [[paglia]] e disseccato al [[sole]] per essere impiegato come [[combustibile]] nelle fredde notti della steppa).
 
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La riottosità dell'animale alle evoluzioni non lo rende in genere ideale (al contrario di quanto si crede) per l'impiego bellico e ad esso si è preferito, quando possibile, il [[cavallo]]. Nelle età antiche della civiltà [[Arabi|araba]] i guerrieri giungevano pertanto sui luoghi della battaglia cavalcando il dromedario e trascinandosi dietro il cavallo, per montare questo al momento del combattimento.
 
== Bibliografia ==
*A. Musil, ''Northern Negd'', New York, 1928.
*Jän Retsö, “The Earliest Arabs”, ''Orientalia Suecana'', XXXVIII-XXXIX (1989-1990), pp. 131-139.
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[[af:Dromedaris]]
[[ar:جمل عربي]]
[[br:Dremedal]]
[[ca:Dromedari]]
[[cs:Velbloud jednohrbý]]