Egitto: differenze tra le versioni

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L'alleanza con gli USA è un primo elemento che, sopratutto dopo l'11 settembre e la guerra in Iraq, può spingere verso questo risultato, come insegna l'esempio della transizione democratica in Pakistan.
Un altro elemento, questa volta interno, è la stagnazione economica unita all'incertezza sul futuro della leadership di Mubarak che non ha nominato un successore e nemmeno un vicepresidente.
Inoltre l'Egitto è un paese che ha tutte le carte in regola per diventare una vera democrazia: una società civile tra le più evolute del mondo musulmano, una magistratura indipendente e capace di prendere decisioni coraggiose (come quelle di legalizzare nuovi partiti e di assumersi la responsabilità dei controlli nei seggi sottraendoli ai brogli del ministero dell'interno), un sistema multipartitico e teoricamente democratico dal punto di vista istituzionale e infine una nascente eliteélite economica,un ceto dinamico ed istruito che potrebbe aiutare il passaggio democratico.
Ma se ci son tutti questi presupposti, come mai oggi l'Egitto non è ancora un paese democratico?
Il problema sta tutto nell'eredità nasseriana di un sistema militarizzato dove l'esercito assume ancora un ruolo preponderante dove il 50% dei ministri è un ex militare, e sta nella caparbietà del partito di governo di non mollare le redini del potere e nemmeno di porsi in discussione in una vera competizione elettorale. Infatti le elezioni son palesemente truccate prima del voto con le malversazioni nell'iscrizione degli elettori nei registri elettorali, e successivamente durante lo spoglio dei voti. Senza contare che il sistema elettorale viene modificato ad ogni elezione senza che se ne faccia conoscenza agli elettori.