Angoscia: differenze tra le versioni

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L''''angoscia''' (in tedesco ''Angst'') è un [[sentimento]] intenso di [[ansia]] e [[paura|apprensione]] e, a differenza della paura, rappresenta ed è vista e percepita dall'[[Io]] come una situazione catastrofica, da mettere in crisi la capacità dell'Io di controllare e gestire le pressioni dal [[Super Io]] e dell'[[Es (psicologia)|Es]]. Rappresenta una paura senza nome e la causa e le origini sono apparenti. Per tale motivo, non è semplicemente minacciosa, ma catastrofica.
 
Il termine angoscia è stato utilizzato per la prima volta in termini [[filosofia|filosofici]] da [[Søren Kierkegaard]] ([[1813]]–[[1855]]), con il quale il filosofopensatore danese identificò la condizione preliminare dell'essenza umana, che emergeva quando l'uomo si poneva davanti ad una scelta: la libertà sconfinata di scelte che l'uomo può operare, lo getta in preda all'angoscia, conscio delle responsabilità derivanti dal fatto che una scelta positiva significhi milioni di scelte negative. L'angoscia è definitiva quindi come il sentimento della possibilità.
 
A differenza dell'animale, che è guidato da [[istinto|istinti]] in grado di soddisfare le prime necessità, ogni uomo è abbandonato a sé stesso e costretto a operare delle scelte che possono prospettarsi errate, pericolose o addirittura lesive per la sua stessa esistenza; quindi, dal momento che ciascuno condivide lo stessa condizione di fronte all'atto di scegliere, l'angoscia è necessariamente un fondamento dell'essenza umana, primigenio e inalienabile.