Notte di Taranto: differenze tra le versioni

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Le ricognizioni degli aerei britannici su Taranto si protrassero fino alla sera dell'11 novembre, quando la Royal Navy apprese che nelle due rade del porto di Taranto si erano riunite le navi da battaglia ''[[Andrea Doria (nave da battaglia)|Andrea Doria]]'', ''[[Caio Duilio (nave da battaglia)|Caio Duilio]]'', ''[[Conte di Cavour (nave da battaglia)|Conte di Cavour]]'', ''[[Giulio Cesare (nave da battaglia)|Giulio Cesare]]'', ''[[Littorio (nave da battaglia)|Littorio]]'' e ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]'', gli [[incrociatore pesante|incrociatori pesanti]] ''[[Bolzano (incrociatore)|Bolzano]]'', ''[[Fiume (incrociatore)|Fiume]]'', ''[[Gorizia (incrociatore)|Gorizia]]'', ''[[Pola (incrociatore)|Pola]]'', ''[[Trento (incrociatore)|Trento]]'', ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'' e ''[[Zara (incrociatore)|Zara]]'', i due [[incrociatore leggero|incrociatori leggeri]] ''[[Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi (incrociatore)|Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi]]'' e ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Giuseppe Garibaldi]]'' e vari [[cacciatorpediniere]]. Per citare un'espressione dell'ammiraglio Andrew Cunningham: ''"Tutti i [[fagiano|fagiani]] erano nel [[nido]]"''.
A difesa del porto erano previsti 87 [[pallone di sbarramento|palloni di sbarramento]], ma le cattive condizioni climatiche dei giorni precedenti ne avevano strappati 60 e non si erano ancora potuti rimpiazzare a causa della mancanza di [[idrogeno]].
Le unità navali erano protette da reti parasiluri, ma degli 8.600 metri necessari per una difesa efficace, erano stati posati appena 4.200 metri. Queste reti erano comunque distese per soli 10 metri sotto il livello del mare, lasciando quindi uno spazio non protetto tra la rete stessa ed il fondale. L'ammiraglio di Squadrasquadra [[Inigo Campioni]] aveva inoltre richiesto che le reti parasiluri fossero sistemate ad una distanza dalle sue navi tale da poter salpare rapidamente, senza prima dover rimuovere le protezioni.
 
L'attacco alla base di Taranto era stato programmato per il [[21 ottobre]], in onore dell'anniversario della [[battaglia di Trafalgar]], ma problemi tecnici a bordo dell<nowiki>'</nowiki>''Illustrious'' posticiparono l'attacco all'11 novembre.
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Giunti sull'obiettivo pochi minuti prima delle ore 23.00, furono accolti da un poderoso fuoco di sbarramento. Due bengalieri cominciarono a lanciare i bengala sulla sponda orientale del Mar Grande per illuminare i profili dei bersagli, mentre 6 aerosiluranti ''[[Fairey Swordfish]]'' iniziarono a scendere a quota di siluramento. Un primo velivolo, che venne poi abbattuto, sganciò un siluro contro la ''Conte di Cavour'', squarciandone la fiancata sinistra, altri due mirarono contro l'''Andrea Doria'', senza però colpirla.
Contemporaneamente quattro aerosiluranti danneggiarono i cacciatorpediniere ''[[Libeccio (cacciatorpediniere)|Libeccio]]'' e ''[[Emanuele Pessagno (cacciatorpediniere)|Pessagno]]'' e bombardarono i depositi di carburante.
Alle 23:.15 due aerosiluranti attaccarono contemporaneamente la ''Littorio'', colpendola sia a dritta che a sinistra, mentre l'ultimo ''Swordfish'' sganciò inutilmente un siluro contro la ''Vittorio Veneto''.
 
Alle 23:.20 gli aerei della prima ondata si ritirarono, ma alle 23:.30 arrivarono gli aerei della seconda ondata. Nonostante il fuoco di sbarramento, un primo ''Swordfish'' sganciò un siluro contro la ''Caio Duilio'' colpendola a dritta, mentre due aerosiluranti colpirono la ''Littorio''. Un altro aereo mirò alla ''Vittorio Veneto'' che anche questa volta fu risparmiata, mentre un secondo ''Swordfish'' venne abbattuto nel tentativo di attaccare la ''Gorizia''.
Infine un ultimo attacco danneggiò seriamente l'ncrociatore ''Trento''.
Gli ultimi aerei si ritirarono alle ore 0:.30 del 12 novembre: l'attacco contro Taranto era terminato. In 90 minuti gli aerosiluranti della Royal Navy avevano prodotto danni ingenti, in quanto metà della forza navale italiana era stata messa fuori combattimento.
 
Il bilancio fu di 85 morti, di cui 55 civili, e 581 feriti, sette navi da guerra fuori uso e diversi mercantili danneggiati. Cinico il Bollettino di Guerra del Comando Supremo n.158 del 12 novembre 1940: