Musica modale: differenze tra le versioni

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*Anche in tutta Europa la musica era modale, ben oltre il periodo del [[canto gregoriano]]. Quando il suo sviluppo, con l'introduzione di [[voce (polifonia)|voci]] prima parallele e poi a movimento parzialmente indipendente, rese complessa la dimensione verticale della musica, con presenza simultanea di più [[nota (musica)|note]], si cominciò a prestare attenzione all'intreccio delle voci ed all'effetto che ne risultava, cioè gli [[accordo (musica)|accordi]] (fine del XV sec.) [Surian 1991, I-257].
 
*Con il pieno sviluppo e la successiva saturazione della [[polifonia]] e del [[contrappunto]], si arrivò ad una situazione in cui gli [[accordo (musica)|accordi]] che si formavano non vennero più considerati un effetto della condotta delle varie parti, ma un elemento determinantecon euna primariorealtà cheindipendente doveva(esempio: influireriduzione sulledi musiche polifoniche a linee melodiche (singole con accompagnamento accordale, XVI sec.) [Surian 1991, I-258]. Ad ogni [[grado (musica)|grado]] della [[scala (musica)|scala]] venne associato un [[accordo (musica)|accordo]] dotato di proprie caratteristiche, ed il numero delle scale che venivano usate, dalle otto del [[canto gregoriano]], scese gradualmente a due, quelle che oggi conosciamo come [[scala diatonica|scala diatonica maggiore]] e [[scala diatonica|minore]]. Questo avvenne perchèalla ilfine nuovodi modoun diprocesso [[composizionein (musica)|comporre]]cui, laa musica comportavacausa dei meccanismi compositivi che tendevanostavano aportando livellarealla letonalità, differenzei travari lemodi varievennero [[scalalivellati modale|scale modali]], polarizzandosi sullenei due che rimasero (cosa avvenuta già nel XVII sec. [Schoenberg 1970, 60]).
 
*Tra il XVII e il XVIII secolo maturò così l'[[armonia tonale]] [Surian 1991, I-259], in cui la musica gravitava intorno al [[centro tonale]] principale (la [[tonica (musica)|tonica]]), e si sviluppava attraverso una successione di [[accordo (musica)|accordi]] associati ai vari gradi della scala, che di volta in volta facevano assumereassumevano preminenza a diversi [[grado (musica)|gradi]] della [[scala (musica)|scala]] durante lo sviluppo del brano musicale. In particolari condizioni qualcuno di essi poteva imporsi come nuovo [[centro tonale]], passando così dalla [[tonalità (musica)|tonalità]] di partenza ad un'altra tonalità. Era il principio della [[modulazione (musica)|modulazione]], che ampliò grandemente le possibilità musicali e la complessità del nuovo sistema tonale, e segnò un ulteriore allontanamento dalla modalità, in cui la tonica è immutabile.
 
*Tutti i [[grado (musica)|gradi]] della [[scala (musica)|scala]] ed i semitoni intermedi diventarono potenziali centri verso cui [[modulazione (musica)|modulare]], ma questo rese più evidente ed importante un grosso problema noto già da prima: formare degli [[accordo (musica)|accordi]] richiede che determinate note della scala, suonate simultaneamente, formino un buon impasto sonoro. E [[modulazione (musica)|modulare]] da una [[tonalità (musica)|tonalità]] all'altra richiede che questo impasto rimanga buono in tutte le tonalità che si usano [Isacoff 2005].
 
*Divenne prioritario il problema dell'[[intonazione]] delle [[nota (musica)|note]] della [[scala (musica)|scala]]. Se per la singola [[tonalità (musica)|tonalità]] il problema era stato risolto, passare da una tonalità ad un'altra molto distante era per certi strumenti (in particolare quelli a [[tastiera (musica)|tastiera]] come l'[[organo (musica)|organo]], il [[clavicembalo]] ed in seguito il [[pianoforte]]) un problema ingestibile, a meno di introdurre complicazioni costruttive inaudite.