L'anno 2440: differenze tra le versioni

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'''''L'anno 2440''''' è un romanzo [[utopia|utopistico]] dell'[[intellettuale]] [[illuminismo|illuminista]] [[Francia|francese]] [[Louis-Sébastien Mercier]] ([[1740]]–[[1810]]). Quest'opera è significativa nell'ambito della [[letteratura]] dell'[[utopia]] perché è la prima, nel filone inaugurato dall'opera [[XVI secolo|cinquecentesca]] di [[Tommaso Moro]] (''[[L'Utopia]]''), a porre l'utopia lontana nel tempo e non nello spazio, come era stato fatto fino ad allora da Moro stesso e successivamente da [[Tommaso Campanella]] ne ''[[La città del sole]]'' e da [[Francesco Bacone]] ne ''[[La nuova Atlantide]]'': da Moro a Bacone il modello della società utopica è situato in uno spazio altro, in una altrove lontano ma contemporaneo (spesso [[isola|insulare]], per sottolineare maggiormente l'idea dell'incontaminato isolamento di quella società), mentre Mercier introduce una novità sostanziale, consistente sia nello spostamento dalla proiezione spaziale a quella temporale, in un tempo [[futuro]], sia soprattutto nella ragione che motiva questo spostamento, e che rientra nella grande prospettiva della storia come [[progresso]]. Infatti egli proietta nel futuro quel [[modello sociale]] perché è convinto che nel percorso temporale che separa il [[1700]] dal [[2440]], il processo storico lo andrà realizzando. A questa nuova concezione è legata la definizione di [[ucronia]], analoga a "utopia" ma con l'utilizzo della parola greca ''chronos'' (tempo) al posto di ''topos'' (luogo).
 
Mercier, nella usa opera, immagina di rimanere addormentato per lungo tempo per poi risvegliarsi nel 2440, all'età di 700 anni. Da qui inizia la descrizione della nuova [[Parigi]] futuristica, fondata su un modello sociale utopico.