Fusione nucleare fredda: differenze tra le versioni
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==== 22 maggio 2008: dimostrazione presso l'università di Osaka ====
Il primo esperimento pubblico, in cui erano presenti circa 60 persone, tra scienziati e giornalisti<ref>La copertura giornalistica dell'evento è stata prevalentemente Giapponese, questo ha impedito, in un primo momento, di ottenere notizie precise sui giornali occidentali. Comunque Steven B. Krivit di [http://newenergytimes.com/ New Energy Times] era uno dei pochi occidentali presenti all'avvenimento lo ha descritto in un [http://www.newenergytimes.com/v2/news/2008/29img/Arata-Demo.
L'esperimento avvenuto il del 22 maggio 2008, nell'[[Università di Osaka]], è stato eseguito con questo protocollo:<BR>In un apposito contenitore a pressione, posto all'interno di un [[calorimetro]] e collegato, per mezzo di una tubazione, ad uno [[Spettrometria di massa|spettrometro di massa]] ad altissima risoluzione (Necessario per dimostrare la presenza di <sup>4</sup>He ([[Elio]] 4), come eventuale residuo della reazione di fusione), sono stati inseriti 7 grammi di di nano-particelle di Palladio disperse in una matrice di Ossido di [[Zirconio]] appositamente preparate dal laboratorio di Arata. Nella prima fase del test, in tale recipiente, è stato inserito [[idrogeno]] a 50 atmosfere, generando così un breve picco termico dovuto alla [[idratazione]] delle stesse, seguito poi da un lento raffreddamento, dimostrando così che in tale situazione non vi è ne emissione di calore, ne presenza di <sup>4</sup>He. Il recipiente è stato poi svuotato, degasato e nuovamente riempito, ma questa volta con [[deuterio]] a 50 atmosfere. A questo punto vi è stato di nuovo il picco termico dovuto alla idratazione (il deuterio, essendo un [[isotopo]] dell'idrogeno, si comporta chimicamente allo stesso modo), ma questa volta il calore, non è andato via via scemando, ma è continuato in modo costante, tanto da permettere il funzionamento di un [[Motore Stirling|motore termico a ciclo di Stirling]]. Il funzionamento è proseguito per diverso tempo, in modo da poter accumulare nel sistema una sufficiente quantità di elio, successivamente è stata fatta una nuova misura del gas presente nel contenitore e questa volta, lo spettrometro di massa, ha rilevato nettamente la presenza di elio mescolato con deuterio, segno evidente che il calore prodotto era dovuto ad una reazione termonucleare. Durante la reazione, gli appositi rilevatori di radiazioni, non hanno rilevato nessuna emissione radioattiva.<BR>Arata, ha fatto notare, durante la conferenza che aveva preceduto l'esperimento, che tale esperimento prova in modo assolutamente evidente la capacità di produzione di discrete quantità di calore attraverso una reazione di fusione fredda, ma che comunque rimangono ancora aperti numerosi problemi per lo sfruttamento commerciale di tale tecnologia. I problemi più importanti da superare sono quelli legati al [[degasaggio]] dell'elio che si è formato all'interno delle nano-particelle, in quanto il suo accumulo in un certo qual modo ''avvelena'' la reazione, ed alla necessità di ricercare un materiale meno costoso e più abbondante del palladio utilizzato per l'esperimento.
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