Roberto Farinacci: differenze tra le versioni
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Rientrato in Italia, si vide "scippare" il controllo del suo giornale, trasformato in un foglio di propaganda tedesca, e visse a margine della RSI, scampando il [[processo di Verona]] per la personale intercessione di Mussolini che, malgrado Farinacci avesse presentato una mozione in tutto simile a quella di Grandi, non gliene fece colpa.
Nelle ''Stanze'' di [[Indro Montanelli]] un lettore testimone della sua esecuzione narra che Farinacci in punto di morte, davanti al plotone di partigiani che stavano per fucilarlo, si dimenasse e inveisse a tal modo che ci vollero parecchi minuti per portare la situazione sotto controllo. Prima di morire le sue ultime parole furono "viva l'Italia".
Venne ucciso dai [[Resistenza italiana|partigiani]] a [[Vimercate]] il [[28 aprile]] [[1945]].
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"sono fascista anch'io"|sulle note del ''Tango della Carpinera''}}
Questa canzoncina goliardica si riferiva al fatto che, dopo la [[marcia su Roma]], Farinacci, che si diceva fosse inviso alla dirigenza del partito, elemosinasse un riconoscimento di status all'interno dello stesso, per arricchirsi nei territori di sua competenza.
''Roberto Farinacci'' è sepolto nel Cimitero Civico di [[Cremona]].
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