Guala de Roniis: differenze tra le versioni

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Proveniente dalla nobile famiglia dei de Roniis, nel [[1218]] entrò nell'[[Ordine dei Frati Predicatori]] (domenicani) fondato da San Domenico, del quale fu uno dei primi discepoli. Da Bologna, San Domenico lo invierà a Brescia quale priore del convento ivi fondato, ed inquisitore della Fede.
 
Il nome Guala (Wala) induce il Guerrini a credere che sia appartenuto al ramo [[camuno]] dei Martinengo, signori di [[Rogno]] (de Roniis).
 
Alla morte di San Domenico, il Guala ebbe la visione della gloria del paradiso del suo padre fondatore:
Nel [[1229]] fu eletto [[diocesi di Brescia|vescovo di Brescia]].
 
"Fra Guala, priore di Brescia, che poi sarà anche vescovo di quella città, messosi a sedere nel campanile dei frati di Brescia, vi si era appisolato. Ad un tratto vide una apertura nel cielo, attraverso la quale scendevano due candide scale. La sommità dell'una era tenuta da Cristo, l'altra da sua Madre; l'una e l'altra gli angeli percorrevano salendo e discendendo. In fondo alle due scale, nel mezzo, era posta una sedia e sulla sedia c'era uno seduto che sembrava un frate dell'ordine, con la faccia coperta dal cappuccio, come è costume di seppellire i nostri morti. Cristo Signore e sua madre tiravano su poco a poco le scale fino a che colui che era in basso non giunse in cima. Allora fu ricevuto in cielo in un nimbo di luce al canto degli angeli; e quella splendente apertura nel cielo fu chiusa. Non apparve più altro. Quel frate che aveva avuto questa visione, che era molto debole e ammalato, si accorse di avere recuperate d'improvviso le forze, e in tutta fretta si mise in viaggio per Bologna, dove sentì dire che in quello stesso giorno ed alla stessa ora era morto il servo di Cristo Domenico. Questo fatto lo conosco perchè me lo ha narrato lui in persona".
Nel [[1234]] richiede la stesura dei possedimenti vescovili in Val Camonica e il giuramento di fedeltà di numerose [[vicinia|vicinie]]. Cacciato da Brescia da [[Ezzelino da Romano]] passò gli ultimi anni della sua vita in [[Val Camonica]]<ref>{{cita libro|cognome=Valetti Bonini |nome= Irma|titolo=Le Comunità di valle in epoca signorile|anno=[[1976]]|editore=Università Cattolica del Sacro Cuore |città=[[Milano]]|pagine=37 - 74 }}</ref>
(testimonianza del Beato Giordano di Sassonia, in Libellus de Principiis Ordinis Praedicatorum).
 
Nel [[1229]] il Guala fu elettonominato [[diocesi di Brescia|vescovo di Brescia]] per intervento pontificio.
 
Fu spesso assente dalla sua sede vescovile per condurre delicate missioni come legato pontificio presso l'imperatore Federico II di Svevia. In questa veste, si guadagnò la fama di abile diplomatico e pacificatore.
 
Nel [[1234]] richiede la stesura dei possedimenti vescovili in Val Camonica e il giuramento di fedeltà di numerose [[vicinia|vicinie]].
 
Intraprese una avversata azione di riforma del clero bresciano, corrotto nei costumi morali e spirituali. Il duro scontro con i potentati locali, gelosi delle proprie prerogative e dei propri interessi economici, portò alla cacciata del vescovo dalla città nel 1239, con complicità del Comune e di [[Ezzelino da Romano]].
 
Il Guala passò gli ultimi anni della sua vita poveramente, nel monastero di Astino presso Bergamo, dove morì nel 1244, poco dopo essere stato reintegrato nei suoi diritti di vescovo di Brescia per deciso intervento del Papa Innocenzo IV.
 
Fu proclamato beato "per equipollenza" (ovvero mediante riconoscimento del culto prestato spontaneamente dalla pietà popolare sin da tempo molto antico) da [[papa Pio IX]] nel [[1868]]<ref>{{cita libro|cognome=Monti Della Corte |nome=Alessandro Augusto |titolo= Armerista bresciano, camuno, benacense e di Valsabbia|anno= [[1974]]|editore=Tipolitografia Geroldi |città= [[Brescia]]|pagine= 256}}</ref>
 
Le reliquie sono conservate e venerate presso le cattedrali di Bergamo e di Brescia, nel convento "Matris Domini" delle Domenicane di Bergamo, nella pieve di [[Rogno]].
 
Fu proclamato beato da [[papa Pio IX]] nel [[1868]]<ref>{{cita libro|cognome=Monti Della Corte |nome=Alessandro Augusto |titolo= Armerista bresciano, camuno, benacense e di Valsabbia|anno= [[1974]]|editore=Tipolitografia Geroldi |città= [[Brescia]]|pagine= 256}}</ref>
 
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