Leopoldo Cassese: differenze tra le versioni

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Fu direttore degli [[Archivi di Stato]] dell'[[L'Aquila|Aquila]] e di [[Salerno]] e docente di [[Archivistica]] all'[[Università Federico II di Napoli]] e alla [[Sapienza Università di Roma|Sapienza di Roma]].
 
La sua attività sul campo, qualeprima da archivista e storico, e, in seguito, anche da docente universitario, ne fece un precursore del rinnovamento della ricerca storica e documentaria del [[Meridione d'Italia]], un filone che riceverà da lui, «appassionato e severo studioso dei la [[questione meridionale|problemi politici e sociali del Sud]]»<ref name="De RosaVII"/> «fermenti e [...] sollecitazioni storiografiche»<ref name="De RosaVII">[[Gabriele De Rosa]], premessa al volume ''Scritti di storia meridionale'', p. VII, 1970</ref> raccogliendo {{Quote|[...] una lezione [...] che è alle origini di buona parte degli interessi storiografici dell'ultima generazione di [[meridionalisti]], quella che ha lavorato e continua a lavorare sulle strutture economiche e sociali del Mezzogiorno, quella che ha arricchito le [[Fonte testuale|fonti per la ricerca]] di una storia del Sud riuscendo a far parlare [[Catasto onciario|catasti onciari]], [[atto notarile|atti notarili]] e [[registro parrocchiale|registri parrocchiali]]|[[Gabriele De Rosa]]<ref name="De RosaVII-VIII">[[Gabriele De Rosa]], premessa al volume ''Scritti di storia meridionale'', p. VII-VIII.</ref>}}
Viene considerato un precursore degli studi e delle ricerche sulle [[Fonte primaria|fonti]] e sulla storia del movimento di lotta contadina del [[Mezzogiorno d'Italia]] fra [[XIX secolo|Ottocento]] e [[XX secolo|Novecento]].<ref name="Renda296">[[Francesco Renda]], «Trasformazione delle società rurali», in ''op. cit.'', p. 296.</ref><ref name="Villani">[[Pasquale Villani]], «Leopoldo Cassese storico dei contadini del Mezzoggiorno», in ''Scritti in onore di Leopoldo Cassese''.</ref>
 
==Biografia culturale e scientifica==
Dopo la laurea in Lettere, conseguita nel 1925 presso l'[[Università Federico II di Napoli]], ebbe alcune esperienze come docente nella [[scuola secondaria]], culminate nell'ottenimento dell'abilitazione all'insegnamento di materie letterarie nelle [[Scuola media|scuole medie]]. Dopo questi brevi trascorsi didattici si iscrisse alla ''Scuola per archivisti e bibliotecari paleografi'' di [[Firenze]] dove, ancora allievo, collaborò con [[Luigi Schiaparelli]] all'impostazione della «Guida storica e bibliografica degli archivi e delle biblioteche d'Italia».
 
A Firenze conseguì il diploma di archivista [[Paleografia|paleografo]], divenendo poi, l'anno dopo, direttore dell'[[Archivio di Stato]] dell'[[L'Aquila|Aquila]] e, dopo quattro anni, dell'Archivio di Stato di Salerno.
 
Negli anni dal 1923 al 1932 Cassese entrò in contatto con intellettuali della [[cultura antifascista]] come [[Piero Gobetti]], [[Giorgio Pasquali]], [[Luigi Russo]], [[Carlo Muscetta]] e i [[meridionalisti]] [[Guido Dorso]] e [[Tommaso Fiore]]. Queste frequentazioni intellettuali si accompagnarono alla maturazione di una sensibilità democratica avversa al [[fascismo]] che lo condurrà, terminato il [[seconda guerra mondiale|conflitto mondiale]], a prendere posizione nella [[sinistra (politica)|sinistra]] [[marxista]] dell'immediato [[secondo dopoguerra]].
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===Il ''corpus'' cronachistico aquilano===
Uno dei risultati più importanti di questa ricerca fu la valorizzazione del ''corpus'' documentario delle antiche ''[[Cronaca (genere letterario)|Cronache]] aquilane'', un [[genere letterario|filone letterario]] che fu precorso, già in [[Medio Evo|epoca medioevale]], fu precorso da [[Buccio di Ranallo]] da Popleto ([[XIV secolo]]) e che fu poi continuato da numerosi [[epigoni]], come [[Niccolò da Borbona]] (XV secolo), che(a coprìcopertura ildel periodo 1362-1424), Francesco di Angeluccio, (che scrisse del periodo 1436-1485), Anonimo dell'Ardinghelli e [[Bernardino da Fossa]] (entrambi cronisti per gli anni 1254-1423) e, infine, [[Alessandro de Ritiis]] (XVI secolo), che scrisse sul periodo dal 1362 al 1424. ComeUn corollario di questo lavoro sarà, anni dopo, la prima [[edizione critica]] del [[manoscritto]] [[latino medievale|latino]] della ''Chronica civitatis Aquilae'' di Alessandro de Ritiis, pubblicata nel 1943.
 
Le linee complessive di questo intenso lavoro furono oggetto di una relazione presentata al Convegno archivistico abruzzese-molisano svoltosi a Roma nel 1931 e, che sarà oggetto di autonoma pubblicazione nel 1935 (''Gli archivi della provincia di Aquila'', Casalbordino, 1935). Ad essa farà seguito la ''Guida storica e bibliografica degli Archivi e delle Biblioteche della città e della provincia di Aquila'', pubblicata nel 1940.
 
===Archivio di stato di Salerno===
Dopo gli anni trascorsi all'Aquila, Cassese fu trasferito a Salerno per succedere a Paolo Emilio Bilotti (1860-1927) nella direzione del locale l'Archivio di Stato di piazza Abate Conforti.
 
Giunto a Salerno, Cassese si dedicò allo studio del [[Storia di Salerno|passato medioevale della città]]: nel solco tracciato da [[Michelangelo Schipa]], pose particolare attenzione sulla più importante istituzione medica di epoca medievale, la [[Scuola medica salernitana]].
Il suo esame critico si incentrò sulla poca documentazione sopravvissuta riuscendo a focalizzare, in particolare, il «ruolo e l'importanza che essa aveva avuto come istituzione accademica e universitaria, e la validità scientifica, nei suoi molteplici aspetti, dei [[manoscritti]] e dei documenti di archivio della "''Scola''" in relazione ai trattati di medicina arabi e medievali», in un'indagine che ne pose la conoscenza su più solide basi storiche e documentarie, facendo luce su «periodi oscuri della istituzione»<ref name="ScrittiXIV-XV">''Profilo biografico'', ''Scritti di storia meridionale'', p. XIV-XV.</ref> e «correggendo alcuni dati erronei o incerti che gli storiografi antichi e anche moderni avevano tacitamente accolti sulla base della tradizione che si era tramandata attraverso i secoli».<ref name="ScrittiXIV-XV"/>
===Carriera accademica===
Il suo ingresso nel mondo accademico italiano avverrà solo dopo il 1951, anno in cui in Italia fu indetto per la prima volta in Italia un concorso universitario per una docenza in [[Archivistica]], del quale Leopoldo Cassese sarà vincitore assoluto nazionale. Ottenuta laLa libera docenza così ottenuta, insegneràgli Archivisticaaprirà le porte della professione universitaria, in contemporanea a quella archivistica: egli insegnerà all'Università di Napoli dal 1952 al 1955 e quindi alla [[Sapienza Università di Roma|Sapienza di Roma]], nei pochi anni che lo separarono dalla morte, occorsa nel 1960.
 
===Cassese, storico del movimento contadino===
Leopoldo Cassese, «primissimo storico del movimento contadino»<ref name="Renda296"/>, fu un precursore nel campo della storia del ribellismo e dei movimenti di lotta dei contadini del [[Mezzogiorno d'Italia]] fra [[XIX secolo|Ottocento]] e [[XX secolo|Novecento]], ambito a cui egli applicò i suoi metodi di ricerca sulle [[Fonte primaria|fonti primarie]] tra i documenti d'archivio.<ref name="Villani"/><ref name="Renda296"/>
 
Fu proprio un'inattesa scoperta di documenti fino ad allora trascurati, avvenuta nel 1948 durante il riordino di fondi archivistici,<ref name="Scritti440">Opere di Leopoldo Cassese, in ''Scritti di storia meridionale'', p. 440.</ref> a sollecitarlo alla «revisione storiografica» del «ruolo e della partecipazione delle classi subalterne salernitane alla [[Moti del 1848|rivoluzione quarantottesca]]» e al riesame critico dell'interpretazione data dalla storiografia liberale al movimento di rivolta del 1848.<ref name="Scritti440"/> Gli anni in cui scriveva Cassese, tra il [[1946]] e il [[1948]], erano quelli in cui il Meridione d'Italia, e la [[Campania]] in particolare, erano percorsi da ampi movimenti contadini di rivolta sulle questioni degli assetti proprietari della terra e sull'urgenza di una [[riforma agraria]]. Questi fermenti ne «acuirono la sensibilità» di storico e «gli rivelarono l'importanza della questione demaniale»<ref name=Villani/>:
{{Quote|Una linea quasi continua, una tradizione ininterrotta sembrava collegare i [[Rivoluzione del 1848|contadini del 1848]] a quelli che un secolo dopo invadevano le terre incolte, i [[demanio comunale|demani comunali]], rivendicando con ben altra forza la [[riforma agraria]]. La questione della terra, il rapporto tra [[contadino|contadini]] e [[Proprietà terriera|proprietari]], l'azione delle forze politiche e dei ceti intellettuali, tutto era rimesso in discussione in una prospettiva nuova, che sottolineava, coma mai prima di allora si era fatto, il peso che la pressione contadina aveva avuto nel [[Regno di Napoli]]. Alcune conclusioni sul piano storiografico furono tratte poi in una più ampia valutazione d'insieme e con quel maggior distacco che quando Cassese scriveva non era forse ancora possibile. Ma spetta a Cassese il merito di aver aperto una strada, di aver indicato una serie di fondi, di aver sollevato con forza alcuni problemi di fondo|[[Pasquale Villani]]<ref name=Villani/>}}
 
==Opere==