Cecchina: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FixBot (discussione | contributi)
m Bot: correggo wikilink
FixBot (discussione | contributi)
m Bot: sistemo Anni 10, 20, 30, 40, ecc. come dal manuale di stile
Riga 184:
Nel [[1919]], dopo la promulgazione del decreto Vivacchi che ordinava la spartizione dei terreni dei grandi proprietari terrieri ai reduci della [[prima guerra mondiale]], in tutta la fascia occidentale dei [[Castelli Romani]], da [[Ciampino]], allora frazione di [[Marino]], fino a [[Velletri]], passando per [[Frattocchie]], ''Cecchina'' e [[Genzano di Roma|Genzano]], scoppiarono violenti tumulti per sollecitare la suddivisione delle terre.
[[Immagine:Il casale di Cecchina vecchia.JPG|thumb|left|200px|Cecchina di Albano, il casale ''Cecchina vecchia''.]]
La metà degli [[Anni 1930|anni '30trenta]] del [[XX secolo]], e precisamente il [[1935]], fu una data importante per il paese: ''Cecchina centro'' e le sue zone, composte di case sparse, vennero cedute, in seguito a scambi di territori tra il comune di [[Roma]] ed i comuni limitrofi, ad [[Albano Laziale]]; la parte ad est dell'[[emissario]] del [[lago di Nemi]] passò invece ad [[Ariccia]] (''Ginestreto'', ''Fontana di Papa'', ''Piani di Santa Maria''); ''Montagnano basso'', sotto l' [[Via Ardeatina|Ardeatina]], assieme a ''Pescarella'' andò a far parte di [[Pomezia]] (più tardi, in seguito alla creazione del comune di [[Ardea]] diverrà possedimento di quest'ultima), mentre [[Stazione di Campoleone|Campoleone]] finì per essere inglobata da [[Aprilia (Italia)|Aprilia]], città appena nata per opera della ''bonifica'' nella nuova [[provincia]] allora denominata [[Provincia di Latina|Littoria]], l'odierna [[Latina]]. Per l'amenità del luogo ed anche per la sua vicinanza alle zone paludose bonificate o in fase di ultimazione dal regime [[fascista]], ''il paese'' inizia ad essere popolato ed ampliato da piccoli artigiani ed agricoltori del luogo (albanesi, ariccini e genzanesi), individui in cerca di nuova e migliore occupazione, divenendo così anche un punto di ristoro ed approvvigionamento lungo la [[Strada Statale 207 Nettunense|via Nettunense]]<ref>In località ''Fontana di Papa'', comune di [[Ariccia]], in passato era già stata in servizio una stazione di posta per viandanti e cavalli sulla strada verso [[Anzio]] e [[Nettuno (Italia)|Nettuno]], creata per le soste del [[Papa]] durante i suoi viaggi.</ref>; di seguito sarà ampliata la stazione ferroviaria e l'abitato comincia a conoscere un elevato fenomeno d'immigrazione, accogliendo molti lavoratori provenienti, oltre che dalle zone limitrofe ([[Abruzzo]], [[Umbria]], [[Marche]] e la vicina [[Ciociaria]]) anche dalla [[Calabria]], dal [[Veneto]] e dall'[[Emilia-Romagna]]<ref>Da ''Cecchina nella storia'' - appunti di A. Loretelli - editrice vela - Ariccia: gli emiliano-romagnoli venivano chiamati ''burrini'' (da cui ''[[burino]]'') per la loro tradizione di produrre e consumare il burro; gli abruzzesi, quasi tutti provenienti dalla città e provincia dell'Aquila, venivano appellati ''aquilà'' ; infine gli ''zampitti'' erano i ciociari, dal nome della famosa ''[[ciocia]]'', la tradizionale calzatura della [[Ciociaria]].</ref>.
{{vedi anche|I Castelli Romani durante la seconda guerra mondiale}}
[[Immagine:Chiesina Sant'Antonio da Padova Cecchina.jpg|thumb|90px|right|Cecchina di Albano: particolare della vecchia chiesetta dedicata a [[Sant'Antonio di Padova]] del [[XVII secolo]].]]
Durante la [[seconda guerra mondiale]], dopo lo sbarco degli Alleati nel [[gennaio]] [[1944]] ad [[Anzio]], ''Cecchina'' si trovò quasi sulla prima linea dei combattimenti<ref>[[Genzano di Roma|Genzano]] venne bombardata la prima volta [[31 gennaio]] [[1944]], [[Ariccia]] ed [[Albano Laziale|Albano]] il [[1 febbraio]], [[Marino]] il [[2 febbraio]], [[Castel Gandolfo]] il [[10 febbraio]]. Ad [[Albano Laziale]] molti cittadini si rifugiarono nella pineta papale di [[Castel Gandolfo]], che confina esattamente su una delle piazze principali (l'antica p.zza Pia) della cittadina albanense, credendo così di sfuggire agli attacchi aerei, in quanto proprietà della [[Santa Sede]]. Purtroppo dai cieli fu impossibile identificare con precisione gli obiettivi esatti dei bersagli e molti cecchinesi, che si erano rifugiati nella villa pontificia credendo in tal modo di mettersi in salvo, perirono a causa delle incursioni aeree. Cecchina a sua volta, era sulla rotta dei velivoli alleati facenti capo ad [[Anzio]].</ref>. Immediatamente dopo la liberazione, avvenuta per i [[Castelli Romani|Castelli]] tra il [[2 giugno|2]] ed il [[3 giugno]] [[1944]], venne emanato il ''decreto Gullo'', a cui seguì una re-distribuzione delle terre appartenenti ai grandi latifondi, che interessava sempre la parte occidentale dei [[Colli Albani]], ''Cecchina'' inclusa.
Tra gli [[Anni 1950|anni '50cinquanta]] e [[anni '60|'60]] ci fu un maggior incremento demografico ed un più sostenuto sviluppo urbanistico, mediante la creazione del rialzo della sede stradale della via Nettunense per oltrepassare la [[ferrovia Roma-Velletri]]<ref>Ciò deviò sensibilmente il percorso della strada statale e fu possibile eliminare il passaggio a livello nel centro.</ref>, la costruzione della ''Parrocchia'' di [[San Filippo Neri]], dell'asilo, delle scuole elementare e media. Seguiranno l'apertura dello stabilimento della ''Contir'' a ''Cecchina vecchia'', della ''Aros Sud'' in località ''Poggio Ameno'', della ''Metalchimica'' in via Lazio, della ''Mcquay'' ai ''Piani di S. Maria'' e di molteplici attività concernenti i più svariati settori della vita pubblica, processo che continua innarrestabile anche nel periodo attuale. Oggi ''Cecchina'', nonostante il notevole sviluppo industriale e commerciale degli ultimi decenni, è un paese ancorato alle proprie radici e tradizioni, pur se con lo sguardo proiettato al futuro.
 
==Monumenti e luoghi d'interesse==