Il conte di Montecristo: differenze tra le versioni

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Edmond abbandona così il suo proposito suicida e comincia anch'egli a scavare per facilitare l'opera del prigioniero: dopo poco tempo riesce a scambiare alcune parole con l'uomo, convincendolo per il suo bene a raggiungerlo nella cella per parlare comodamente. Ecco che dal pavimento della prigione esce lo [[scienziato]] ed [[abate]] Faria:
{{quote|Era un personaggio di piccola statura, coi capelli incanutiti pittosto dai pensieri che dall'età, cogli occhi penetranti, nascosti sotto folti sopraccigli grigi, colla barba ancor nera che gli discendeva fino a metà del petto: la magrezza del vistoviso, solcato da profonde rughe, le forti linee della sua fisionomia, svelavano un uomo più atto ad esercitare le sue facoltà morali che le forze fisiche. }}.
 
Faria, numero 27, è imprigionato nel castello d'If fin dal [[1811]], e ormai da molti anni stava scavando un tunnel che lo doveva condurre fuori dalla prigione, permettendogli di fuggire a nuoto verso una delle [[isole]] lì vicino. Purtroppo i calcoli erano sbagliati e quindi l'abate capita appunto nella cella di Edmond, con grande disperazione del religioso.