Jacob Burckhardt: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Abisys (discussione | contributi)
Rimossa nota disambigua perchè creo disambigua per il cognome
OTILLAF (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Riga 15:
|PostNazionalità = , tra i più importanti del [[XIX secolo]]
}}
Dal suo amore per la cultura e per le lettere italiche ha spesso volutamente [[Italia|italianizzato]] il suo nome trasformandolo il ''Carlo Giacobbe Burcardo''.
 
Carl Jacob Burckhardt nacque a [[Basilea]] nel 1818, per volontà del padre iniziò a studiare [[Teologia]], ma poco dopo abbandonò tale indirizzo e si dedicò gran parte del suo interesse alla [[Storia]] e alla [[Filosofia]].
Non fu una carriera atipica la sua, gran parte dei [[critico dell'arte|critici dell'arte]] a lui contemporanei si laurearono in materie scientifiche ([[Giovanni Morelli]]), altri frequentarono corsi di [[mineralogia]] (John Ruskin), altri ancora si laurearono in legge (Alois Riegl).
Per Burckhardt la [[Storia dell'Arte]] era una passione, un interesse che coltivava da vicino, alternandolo alle altre materie a lui preferite.
Prima di laurearsi in [[Storia]] nel 1843, Jacob pubblicò un'importante opera sugli artisti nord europei, essa si intitola "''I capolavori delle città Belghe''", edita nel 1842.
Nel 1843 Jacob si laurea e diventa [[storiografo]], ma è l'arte che continua ad appassionarlo e così, quando si trova a [[Berlino]], frequenta senza indugiare la casa di [[Franz Kugler]].
Quest'ultimo, oltre ad essere uno dei maggiori esponenti della Scuola Berlinese di Critica d'arte fu un maestro e un punto di riferimento per il giovane Jacob.
Casa Kugler a quel tempo era un luogo di ritrovo per: artisti, poeti ([[Storm]]), intellettuali e giovani allievi, qui Burckhardt mostrò tutto il suo carisma, la sua eloquenza, le sue capacità e si guadagnò il soprannome di "''malvagio''".
Era abile, intelligente, dotato, caratteristiche che non sfuggirono all'occhio, sempre attento, di [[Franz Kugler]], il quale ripose tutte le sue speranze in lui affidandogli la seconda edizione di "''Storia della pittura''".
Nel 1844 Jacob iniziò a insegnare presso l'[[Università di Basilea]], ateneo al quale resterà particolarmente legato, l'anno successivo otterrà un contratto come Professore straordinario e terrà lezioni di Storia fino al 1853.
Nel 1846 partirà per l'Italia, dove soggiornerà per un biennio, qui Jacob resterà affascinato dalla ricchezza del [[patrimonio culturale]] italiano, vide soprattutto nelle opere del [[rinascimento]] una bellezza senza pari.
Dopo due anni Jacob riprende l'insegnamento, ma purtroppo nel 1853 l'Università di Basilea lo licenzia a causa di ristrettezze economiche, questo avvenimento lo amareggiò a tal punto che non si riprese mai completamente.
Burckhardt si affida alla scrittura, e nel 1853 pubblica "''Il Cicerone''", una guida per tutti coloro che si apprestavano a effettuare un soggiorno in Italia. L'opera non è completa, ma è comprensibile, non è complessa, e questo favorirà la sua diffusione, soprattutto tra chi non è "un esperto in materia".
[[Nietzsche]], allievo e amico di Burckhardt, dopo aver letto "Der Ciceron" si pronunciò in modo favorevole e citò l'opera in alcuni suoi scritti.
Grazie alla pubblicazione del Cicerone Jacob ottenne una cattedra presso l'[[Università di Zurigo]], dove insegnò dal 1855 fino al 1858.
Alla fine di quest'anno venne richiamato dall'Università di Basilea che gli "restituì" il posto di Professore di [[Storia]]; entusiasta Burckhardt si rimise al lavoro e nel 1860 pubblicò una delle sue opere più importanti "''La civiltà del rinascimento in Italia''".
All'interno vi è un'analisi del rinascimento, periodo preferito di Jacob, purtroppo però l'opera non ebbe un grande seguito, venne sottovalutata e non vendette nemmeno duecento copie.
Il critico non si perse d'animo e nel 1867 diede alle stampe "''La storia del rinascimento in Italia''", quest'opera doveva comprendere un'analisi della [[scultura]], [[pittura]] e [[architettura]] rinascimentale, ma venne pubblicata facendo riferimento solo all'architettura.
Dopo il 1867 Burckhardt non pubblicò più nulla, si concentrò sulla sua attività di insegnante universitario e dal 1870 tenne lezioni sulla cultura e la storia greca, lezioni che vennero registrate dai suoi alunni più illustri.
Nel 1874 Jacob ricevette la proposta di insegnare [[Storia dell'Arte]] presso l'[[Università di Berlino]], ma rifiutò, il suo legame con [[Basilea]] era troppo forte, e vi resterà fino alla morte, avvenuta nel 1897.
Critico nei confronti della moderna [[società industriale]] e contrario alle tendenze [[Idealismo|idealistiche]] e [[Storicismo|storicistiche]] dominanti il mondo accademico dell'epoca, elaborò un particolare approccio storiografico, chiamato ''Kulturgeschichte'' (storia della cultura - ''cultura'' nel senso di civiltà).<br/>
Tra le opere postume si ricordano "''Considerazioni sulla storia universale''", pubblicata nel 1905, e "Storia della [[Grecia antica|civiltà greca]]" (1898-1902, edizione italiana 1955), in cuidove la civiltà greca è considerata il primo passo nel cammino storico di sviluppo dell'individualità e della spiritualità umana. Era inoltre amico di [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]].
Fu autore di numerose opere, tra cui "L'età di Costantino il grande" (1852, edizione italiana 1957), riguardante il problema della mutazione dalla [[Ellenismo|civiltà ellenistica]] a quella [[cristianesimo|cristiana]], e "La civiltà del [[Rinascimento]] in [[Italia]]".
Tra le opere postume si ricordano "Considerazioni sulla storia universale" e "Storia della [[Grecia antica|civiltà greca]]" (1898-1902, edizione italiana 1955), in cui la civiltà greca è considerata il primo passo nel cammino storico di sviluppo dell'individualità e della spiritualità umana. Era inoltre amico di [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]].
 
Burckhardt ebbe un ruolo marginale nel panorama dell'Ottocento, ma venne rivalutato tra le due [[guerra mondiale|guerre mondiali]] quando tornarono in auge le opere storiche di carattere [[scetticismo|scettico]] e [[pessimismo|pessimistico]] del secolo precedente.