Jacob Burckhardt: differenze tra le versioni

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Per Burckhardt la [[Storia dell'Arte]] era una passione, un interesse che coltivava da vicino, alternandolo alle altre materie a lui preferite.
Prima di laurearsi in [[Storia]] nel 1843, Jacob pubblicò un'importante opera sugli artisti nord europei, essa si intitola "''I capolavori delle città Belghe''", edita nel 1842.
Nel 1843 Jacob si laurea e diventa [[storiografo]], ma è l'arte che continua ad appassionarlo e così, quando si trova a [[Berlino]], frequenta senza indugiare la casa di [[Franz Kugler]].
Quest'ultimo, oltre ad essere uno dei maggiori esponenti della Scuola Berlinese di Critica d'arte fu un maestro e un punto di riferimento per il giovane Jacob.
Casa Kugler a quel tempo era un luogo di ritrovo per: artisti, poeti (tra cui[[StormTheodorStorm]]), intellettuali e giovani allievi, qui Burckhardt mostrò tutto il suo carisma, la sua eloquenza, le sue capacità e si guadagnò il soprannome di "''malvagio''".
Era abile, intelligente, dotato, caratteristiche che non sfuggirono all'occhio, sempre attento, di [[Franz Kugler]], il quale ripose tutte le sue speranze in lui affidandogli la seconda edizione di "''Storia della pittura''".
Nel 1844 Jacob iniziò a insegnare presso l'[[Università di [[Basilea]], ateneo al quale resterà particolarmente legato, l'anno successivo otterrà un contratto come Professore straordinario e terrà lezioni di Storia fino al 1853.
Nel 1846 partirà per l'Italia, dove soggiornerà per un biennio, qui Jacob resterà affascinato dalla ricchezza del [[patrimonio culturale]] italiano, vide soprattutto nelle opere del [[rinascimento]] una bellezza senza pari.
Dopo due anni Jacob riprende l'insegnamento, ma purtroppo nel 1853 l'Università di Basilea lo licenzia a causa di ristrettezze economiche, questo avvenimento lo amareggiò a tal punto che non si riprese mai completamente.
Burckhardt si affida alla scrittura, e nel 1853 pubblica "''Il Cicerone''", una guida per tutti coloro che si apprestavano a effettuare un soggiorno in Italia. L'opera non è completa, ma è comprensibile, non è complessa, e questo favorirà la sua diffusione, soprattutto tra chi non è "un esperto in materia".
[[Nietzsche]], allievo e amico di Burckhardt, dopo aver letto "Der Ciceron" si pronunciò in modo favorevole e citò l'opera in alcuni suoi scritti.
Grazie alla pubblicazione del Cicerone Jacob ottenne una cattedra presso l'[[Università di [[Zurigo]], dove insegnò dal 1855 fino al 1858.
Alla fine di quest'anno venne richiamato dall'Università di Basilea che gli "restituì" il posto di Professore di [[Storia]]; entusiasta Burckhardt si rimise al lavoro e nel 1860 pubblicò una delle sue opere più importanti "''La civiltà del rinascimento in Italia''".
All'interno vi è un'analisi del rinascimento, periodo preferito di Jacob, purtroppo però l'opera non ebbe un grande seguito, venne sottovalutata e non vendette nemmeno duecento copie.