Pale (divinità): differenze tra le versioni
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{{S|mitologia romana}}
'''Pale''' era una oscura divinità rustica della [[mitologia romana]], protettrice degli allevatori e del bestiame. Scarne le informazione che ci sono giunte, tanto che a volte era identificato come dio maschile <ref> "deus Pales" in [[Varrone]] <ref>''De Lingua Latina'' VI,15 </ref>, [[Arnobio]] <ref>''Adversus gentes'' III,40</ref>, Marziano Capella e Servio (Commento alle "Georgiche" di Virgilio III, 1)</ref>, altre volte quale dea e talora persino come una coppia di dèi (il latino "pales" può essere variamente interpretato, singolare o plurale). Venerata con gli epiteti di "montana", in quanto foriera di pascoli abbondanti sulle alture, e "pastoria" <ref> cfr. [[Floro]]
Il [[21 aprile]] era celebrata in suo onore la festa di purificazione delle greggi, i ''[[Palilia]]'' (o ''[[Parilia]]''): compiuto il sacrificio rituale, si accendevano mucchi di paglia o di fieno disposti in file e vi si conducevano attraverso i capi d'allevamento, seguiti dai pastori stessi, che procedevano saltando; in seguito alla cerimonia si sovrappose quella per il [[Natale di Roma]].
Nel [[267 a.C.]] il console [[Marco Atilio Regolo]] consacrò un tempio proprio a Pale, dea dei pastori per propiziarsi il successo sui Salentini<ref>[[Floro]]., ''Epitome de T. Livio Bellorum omnium annorum DCC Libri duo''., I, 15
{{quote|:Durante questa guerra, Pale, la dea dei pastori, richiese
Pales ultro poposcit.|lingua=la}}▼
</ref>.
== Note ==
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==Bibliografia==
*[[Publio Ovidio Nasone]], ''Fasti'' IV,713 sgg. IV,776
▲{{quote|:Durante questa guerra, Pale, la dea dei pastori, richiese untempio in suo onore quale prezzo della vittoria.| *[[Floro]], Epitome de T. Livio'' lib. I, 15|''«Bellum Sallentinum»... In hoc certamine victoriae pretium templum sibi pastoria
▲Pales ultro poposcit.|lingua=la}}
==Voci correlate==
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