Convivenza (antica Roma): differenze tra le versioni

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Insolito il caso di [[Marco Porcio Catone|Catone]] che permetteva ai suoi schiavi di avere tra loro rapporti sessuali ma solo a pagamento <ref>Plut. ''Cato mai.'', 21</ref>
 
I figli nati dalla convivenza tra schiavi entravano a far parte come ''vernae'' (schiavi nati in casa) della proprietà del padrone e, come membri della stessa ''familia'', potevano sperare di non essere divisi venduti o lasciati in eredità separatamente, anche se non vi erano leggi precise che stabilissero questo come un loro diritto. <ref>''Dig.'', XXXII, 1, 42, 2</ref>
 
Il ''contubernium'' nato in schiavitù poteva continuare anche nella condizione di liberti e se i conviventi fossero divenuti entrambi liberi si poteva trasformare in un matrimonio legale. Cosa che accadeva di frequente nel caso di un liberto che s'impegnasse a rendere libera la sua ''conturbenalis'' come aveva fatto un ospite alla cena di Trimalchione che ostentava di aver acquistato la libertà prima per sè e poi