Jacob Burckhardt: differenze tra le versioni
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|PostNazionalità = , tra i più importanti del [[XIX secolo]]
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==Vita ed opere==
Carl Jacob Burckhardt
Per questo motivo si trasferì all'[[Università]] di [[Berlino]] per studiare [[storia]], dove frequentò le lezioni di [[Leopold von Ranke]], fondatore di una importante accademia storica, che incentrava il suo modello storico sulla analisi delle fonti e dei fatti piuttosto che sulle opinioni personali.
Non fu una carriera atipica la sua, gran parte dei [[critica d'arte|critici dell'arte]] a lui contemporanei si laurearono in materie scientifiche (come [[Giovanni Morelli]]), altri frequentarono corsi di [[mineralogia]] (come [[John Ruskin]]), altri ancora si laurearono in legge (come [[Alois Riegl]]).
Per Burckhardt la [[Storia dell'Arte]] era una passione, un interesse che coltivava da vicino, alternandolo alle altre materie a lui preferite.
Prima di laurearsi in [[Storia]] nel 1843, Jacob pubblicò un'importante opera sugli artisti nord europei, essa si intitola "''I capolavori delle città Belghe''", edita nel 1842.
Nel 1843 Jacob si laureò e divenne [[storiografo]], ma è l'arte che continuò ad appassionarlo e così, quando si trovò a [[Berlino]], frequentò senza indugiare la casa di Franz Kugler.
Quest'ultimo, oltre ad essere uno dei maggiori esponenti della Scuola Berlinese di Critica d'arte fu un maestro e un punto di riferimento per il giovane Jacob.
Casa Kugler a quel tempo era un luogo di ritrovo per: artisti, poeti (tra cui [[Theodor Storm]]), intellettuali e giovani allievi, qui Burckhardt mostrò tutto il suo carisma, la sua eloquenza, le sue capacità e si guadagnò il soprannome di "''malvagio''".
Era abile, intelligente, dotato, caratteristiche che non sfuggirono all'occhio, sempre attento, di Franz Kugler, il quale ripose tutte le sue speranze in lui affidandogli la seconda edizione di "''Storia della pittura''".
Nel 1844 Jacob iniziò a insegnare presso l'Università di [[Basilea]], ateneo al quale resterà particolarmente legato, l'anno successivo otterrà un contratto come Professore straordinario e terrà lezioni di Storia fino al 1853.
Nel 1846 partirà per l'Italia, dove soggiornerà per un biennio, qui Jacob resterà affascinato dalla ricchezza del [[patrimonio culturale]] italiano, vide soprattutto nelle opere del [[rinascimento]] una bellezza senza pari.
Dopo due anni Jacob riprende l'insegnamento, ma purtroppo nel 1853 l'Università di Basilea lo licenziò a causa di ristrettezze economiche, questo avvenimento lo amareggiò a tal punto che non si riprese mai completamente.
Burckhardt si affidò alla scrittura, e nel 1853 pubblicò "''Il Cicerone''", una guida per tutti coloro che si apprestavano a effettuare un soggiorno in Italia. L'opera non è completa, ma è comprensibile, non è complessa, e questo favorirà la sua diffusione, soprattutto tra chi non è "un esperto in materia", e divenne un modello di interpretazione estetica e di ricostruzione storica, dall'[[antica Grecia]] sino al [[Barocco]], molto apprezzato e seguito; il suo maggiore merito fu quello di aver descritto l'opera d'arte ripescando il suo proprio linguaggio.
[[Nietzsche]], allievo e amico di Burckhardt, dopo aver letto "Der Ciceron" si pronunciò in modo favorevole e citò l'opera in alcuni suoi scritti.
Grazie alla pubblicazione del Cicerone Jacob ottenne una cattedra presso l'Università di [[Zurigo]], dove insegnò dal 1855 fino al 1858.
Alla fine di quest'anno venne richiamato dall'Università di Basilea che gli "restituì" il posto di Professore di [[Storia]]; entusiasta Burckhardt si rimise al lavoro e nel 1860 pubblicò una delle sue opere più importanti "''La civiltà del rinascimento in Italia''", nella quale l'autore formulò una netta separazione e antiteticità fra il periodo [[medioevale]], definito oscurantista, e il rinnovamento rinascimentale.<ref name = "M">"Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.II, pag.489</ref>
Molto approfondita fu l'analisi del
Il critico non si perse d'animo e nel 1867 diede alle stampe "''La storia del rinascimento in Italia''", quest'opera doveva comprendere un'analisi della [[scultura]], [[pittura]] e [[architettura]] rinascimentale, ma venne pubblicata facendo riferimento solo all'architettura.
Dopo il 1867 Burckhardt non pubblicò più nulla, si concentrò sulla sua attività di insegnante universitario e dal 1870 tenne lezioni sulla cultura e la storia greca, lezioni che vennero registrate dai suoi alunni più illustri.
Nel 1874 Jacob ricevette la proposta di insegnare [[Storia dell'Arte]] presso l'[[Università di Berlino]], ma rifiutò, il suo legame con [[Basilea]] era troppo forte, e vi resterà fino alla morte, avvenuta nel 1897.
==La storiografia di Burckhardt==
Critico nei confronti della moderna società industriale e contrario alle tendenze [[Idealismo|idealistiche]] e [[Storicismo|storicistiche]] dominanti il mondo accademico dell'epoca, elaborò un particolare approccio storiografico, chiamato ''Kulturgeschichte'' (storia della cultura - ''cultura'' nel senso di civiltà) nel quale enfatizza lo studio dell'[[arte]], della cultura e dell'[[estetica]].<br/>
Tra le opere postume si ricordano "''Considerazioni sulla storia universale''", pubblicata nel 1905, e "Storia della [[Grecia antica|civiltà greca]]" (1898-1902, edizione italiana 1955), dove la civiltà greca è considerata il primo passo nel cammino storico di sviluppo dell'individualità e della spiritualità umana.
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