Grottaferrata: differenze tra le versioni

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Nel [[1004]] [[san Nilo da Rossano]] raggiunse il [[Lazio]] dalla [[Calabria]] dopo il suo lungo peregrinare per varie località del [[Sud Italia]], e si sistemò con i suoi seguaci presso il summenzionato cenobio basiliano di Sant'Agnese alle pendici del [[Tuscolo]].<ref name="nota81">{{Cita|Devoti 1999|pp. 71-72}}.</ref> Gregorio I dei Conti di Tuscolo, esponente di spicco della potente casata romana dei [[Conti di Tuscolo]], donò allora al monaco calabrese un terreno prossimo al XII miglio della [[via Latina]] occupato da resti di strutture romane: nacque così l'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]].<ref name=nota81/> San Nilo morì pochi mesi dopo aver fondato il monastero, al [[tramonto]] del [[25 settembre]] [[1004]].<ref name=nota81/> <br> I suoi compagni proseguirono i lavori ed in breve la chiesa abbaziale venne completata e poté essere consacrata da [[papa Giovanni XIX]], figlio di Giovanni I dei Conti di Tuscolo, il [[17 dicembre]] [[1024]], sotto l'intitolazione della [[Madonna di Grottaferrata]].<ref name=nota81/>
 
I primi [[Archimandrita|archimandriti]] dell'abbazia dopo san Nilo furono Paolo, Cirillo e [[Bartolomeo il giovane|san Bartolomeo il Giovane]]:<ref name="nota2000">{{Cita|Moroni|pp. 50-51}}.</ref><ref name="nota822">{{Cita|Devoti 1999|pp. 83-84}}.</ref> sotto la loro guida l'abbazia si arricchì di decorazioni, di ricchezze e di possedimenti: in breve, da Grottaferrata dipesero ventidue chiese succursali sparse in tutta l'Italia centro-meridionale.<ref name=nota2000/> Solo pochi anni dopo la sua fondazione, il monastero ospitava già circa 200 [[monaci basiliani]],<ref name=nota2000/> e le continue donazioni portarono l'archimandrita a controllare territori vastissimi in [[Lazio]] e nel [[Sud Italia]]: i feudi [[Campania|campani]] di [[Rofrano]] nella [[Diocesi di Teggiano-Policastro|diocesi di Policastro]] e di [[Conca della Campania]] nella [[diocesi di Caserta]], i castelli laziali di [[Castel de' Paolis]] nella [[Sede suburbicaria di Albano|diocesi suburbicaria di Albano]] e di [[Borghetto di Grottaferrata]] nella [[Sede suburbicaria di Frascati|diocesi suburbicaria di Frascati]], i casali [[Calabria|calabresi]] di Cotrone, Ungolo e Baracala nell'[[Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano|arcidiocesi di Cosenza]], le [[Vicariato|rettorìe]] di [[Diano Castello]] attuale Teggiano e Saxano nella [[Diocesi di Vallo della Lucania|diocesi di Capaccio]], le [[Grangia|grangie]] di San Salvatore nella [[Sede suburbicaria di Albano|diocesi suburbicaria di Albano]] e di Colle Peschio nella [[Sede suburbicaria di Velletri-Segni|diocesi suburbicaria di Velletri]] ed il monastero di Morbino nella [[Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa|diocesi di Venosa]].<ref name=nota2000/> L'abbazia inoltre ottenne da molti [[Papa|papi]] il riconoscimento della propria autonomia rispetto ai [[Cardinale vescovo|cardinali vescovi]] della [[Sede suburbicaria di Frascati|diocesi suburbicaria di Frascati]].<ref name=nota2000/>
 
La tradizione racconta che [[papa Benedetto IX]], per fare ammenda della propria vita scandalosa, nel [[1048]] si fece [[Monaci basiliani|monaco basiliano]] presso l'abbazia criptense, dove morì nel [[1065]].<ref name=nota2000/> Il suo sepolcro è probabilmente stato ritrovato durante alcuni scavi [[Ottocento|ottocenteschi]] sotto al pavimento della chiesa abbaziale.