Espansione islamica: differenze tra le versioni

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Nel [[711]], con una numerosa flotta comandata dal berbero [[Tariq Ibn Ziyàd]], i musulmani misero piede in Spagna, nella già razziata baia di [[Algesiras]]. Con circa 10 000 uomini sconfissero le truppe visigote di [[Roderico]] tra Algesiras e [[Cadice]], dirigendosi speditamente su [[Siviglia]], [[Cordoba]] e, nel [[713]], [[Toledo]]. Nel [[714]] venne occupata l'[[Aragona]] ed entro il [[720]] la [[Catalogna]] e la [[Settimania]]. Anche in questo caso la repentinità della conquista viene spiegata con la complicità della popolazione, in particolare degli ebrei, degli [[arianesimo|ariani]] (i re Visigoti si erano da tempo convertiti al cristianesimo "romano") e delle fazioni nemiche a Roderico.
 
Nel [[717]], sul fronte orientale, i musulmani avevano posto l'[[Assedio di Costantinopoli (717)|assedio a Costantinopoli]], con a capo dei due schieramenti [[Maslama ibn Abd al-Malik|Maslamah]], fratello del califfo e il ''basileus'' [[Leone III di Bisanzio|Leone III]], il quale riuscì a fatica a respingere l'assalto grazie all'uso del "[[fuoco greco]]", vasi di terracotta o vetro pieni di [[nafta]] e quindi infiammabili, che distrussero la flotta araba, impedendo temporaneamente l'espansione verso la [[Balcani|Penisola balcanica]].
 
Nel [[718]] venne occupata [[Narbona]], nel [[721]] i mussulmani arrivarono a [[Tolosa]] e nel [[725]] conquistarono [[Nimes]] e [[Carcassone]]. [[Autun]] fu incendiata il [[725]] o il [[731]], mentre ormai tutta la [[Provenza]], insieme al bacino del [[Rodano]], era teatro delle loro scorrerie.
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In al-Andalus gli Ebrei [[Sefarditi]] costituirono una fondamentale classe mercantile che, in qualche misura, godeva del vantaggio di un analogo ''[[status giuridico]]'' concesso loro dal mondo cristiano che conosceva un identico divieto di conseguire interessi economici su un capitale; in questo modo potevano importare ed esportare le preziose merci prodotte nell'area islamica e trafficare sui beni che riusciva a produrre il mondo cristiano latino (un esempio è rappresentato dal panno di lana), oltre a tutte le materie prime (specialmente ferro e legname) che difettavano in al-Andalus.
 
L'apporto ebraico non fu tuttavia solo di tipo economico-finanziario bensì, in misura tutt'altro che trascurabile, anche scientifico e artistico. Grazie ai divieti islamici che impedivano agli ebrei determinate professioni (soldato, giudice e proprietario terriero), gli israeliti furono indirettamente costretti ad occuparsi, oltre che di commercio, anche di tutte le cosiddette professioni “liberali” (nel senso di libere), tra cui quelle del medico, del farmacista, dello studioso e del traduttore, trovando benevola e conveniente accoglienza nella società islamica andalusa, giungendo ad occupare non di rado importanti funzioni burocratico-amministrative (anche ai massimi livelli [[vizir|vizirali]]ali) nella macchina governativa islamica.
 
==La cultura e la scienza araba==
L'elemento [[Arabi|arabo]]-[[Berberi|berbero]] (ma non dimentichiamo anche la presenza [[Persia|persianapersia]]na) portò all'Occidente cristiano nuove conoscenze tecnologico-scientifiche, specie nell'agricoltura, con l'introduzione di non poche piante del tutto sconosciute ([[canna da zucchero]], [[carciofo]], [[Oryza sativa|riso]], [[spinaci]], [[banane]], [[zibibbo]], [[cedri]], [[limone]], [[arancia]] dolce o [[Cotone (botanica)|cotone]], come pure spezie di vario tipo, quali la [[cannella]], i [[chiodi di garofano]], la [[noce moscata]] - ossia di [[Masqat]] - il [[cardamomo]], lo [[zenzero]] e lo [[Crocus sativus|zafferano]]) ovvero reintroducendo colture abbandonate dalla fine del cosiddetto periodo classico "antico" (innanzi tutto l'[[ulivo]] o l'[[albicocco]]). Furono introdotte le tecniche costruttive dei mulini ad acqua e a vento, la [[carta]] (di provenienza [[Cina|cinese]]), e tecniche bancarie quali l'assegno e la [[lettera di cambio]], senza dimenticare il formidabile apporto in campi della [[matematica]], quali l'[[algebra]] o la [[trigonometria]], l'[[aritmetica]] decimale (con l'introduzione del concetto di [[zero]] e del [[sistema decimale]] elaborato in ambito [[India|indianoindia]]no). Un'altra innovazione tecnologica attribuita agli Arabi è l'introduzione in [[Occidente]] della [[bussola]], già in uso in [[Cina]].
 
I musulmani svilupparono grandemente la [[medicina]], l'[[alchimia]] (genitrice della moderna [[chimica]]) e l'[[astrologia]], con gli annessi studi [[astronomia|astronomici]] (da ricordare l'introduzione dell'[[astrolabio]]). Anche nella filosofia il loro apporto per l'Europa continentale fu formidabile: grazie alle traduzioni da essi approntate o da essi commissionate, si tornò a conoscere non pochi testi di filosofia e di pensiero scientifico prodotto in età ellenistica. Grazie a tali traduzioni l'Europa occidentale e centrale (che aveva quasi del tutto cancellato il ricordo del retaggio culturale espresso nell'antichità classica in lingua greca) tornò in possesso di opere da tempo trascurate e a rischio di totale oblio.
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#I convertiti all'Islam (''[[mawla|mawali]]''), che avevano teoricamente gli stessi diritti dei musulmani di prima generazione anche se, per tutto il primo secolo islamico (VII-VIII secolo), si videro negati i pieni diritti politici, sia in Asia e in Africa che in ''al-Andalus'', con la sottomissione, talora, a tributi dai quali i convertiti avrebbero dovuto in teoria essere esentati (sussistendo l'assoggettamento alla sola ''[[zakat]]'').
#I non-musulmani che godevano di diritti civili alquanto ridotti e pagavano tributi (''[[jizya]]'' e ''[[kharaj]]''), non eccessivi ma in ogni caso più gravosi di quelli dovuti dai [[musulmani]].
#Gli schiavi che - pur trattati con relativa umanità - non avevano diritti politici ed economici, anche se, a partire dal IX secolo, fu loro aperta la carriera militare. Massimamente preferiti erano, per il "mestiere delle armi", i ''[[Saqaliba]]'' (all'incirca traducibile con “Schiavoni”), provenienti dalle razzie condotte nelle aree [[Balcani|balcaniche]], nelle regioni franco-germaniche e in Italia.
 
==Bibliografia==