Dal 1932 fino alla morte si dedicò unicamente agli studi personali di filosofia, ritirandosi nella villa di Spineto di Castellamonte. In questo lasso di tempo tradusse i suoi classici preferiti ([[Kant]], [[Schopenhauer]]), studiò approfonditamente [[Spinoza]] e ultimò la trilogia (iniziata con la ''Introduzione alla metafisica'' e continuata nel 1928 con ''La libertà'') scrivendo ''Gesù Cristo e il cristianesimo'' (1934; ''Il Vangelo'' è del 1936; ''Ragione e fede'' venne completato nel 1942).
Il filosofo cui Martinetti fu più particolarmente legato, sul quale scrisse molti studi e un denso saggio monografico steso verso il 1908-1912 (rimasto inedito e pubblcato postumo) e al quale fece consacrare il terzo numero del 1937 della "Rivista di filosofia", è il pensatore russo [[A.Africano Spir]], come lui profondamente inattuale. Scrive al proposito Franco Alessio: " Il carattere speculativo dell'interpretazione di P. Martinetti dipese da particolarissime circostanze. La speculazione di A. Spir esercitò sul pensiero suo un influsso profondo sin dagli inizi; e anche nella costruzione dell'idealismo trascendente di P. Martinetti la speculazione di A. Spir rivestì un peso pressoché decisivo. Oltre che in Kant, in Schopenhauer e in Spinoza, le radici e la linfa dell'idealismo di P. Martinetti si trovano nella speculazione di A. Spir. In nessun altro pensatore A. Spir occupò tanto spazio ed ebbe un pari rilievo. D'altra parte, senza perdere la configurazione sua propria, il pensiero di Spir viene trasposto da Martinetti entro la sua propria filosofia, riferito in modo diretto al suo proprio pensiero, così intimamente consonante con quello di Spir e cresciuto, per così dire,anche su di esso. Proprio questo condusse P.Martinetti a penetrare e nell'atto stesso a svolgere in armonia con il proprio il pensiero di A. Spir e questo si trova come penetrato e attraversato da quello di P. Martinetti. In nessun altro pensatore A, Spir fu tanto intimamente valorizzato e, in qualche misura, continuato in ciò che della sua speculazione parve propriamente essenziale." (Introduzione a Piero Martinetti, "Il pensiero di Africano Spir", Torino, 1990, p. II)
Dal 15 al 20 maggio 1935 è incarcerato per sospetta connivenza con gli attivisti antifascisti di [[Giustizia e Libertà]].