|PostNazionalità = un insorto, un ribelle, un combattente per l'indipendenza e la libertà delle Due Sicilie, contro l'invasione, la conquista e l'annessione, iniziata nel 1860, al regno dei Savoia. Era comandante degli insorti del [[Vulture]]-[[Melfese]], sebbene il suo controllo si estendesse anche ad alcune dell'[[provincia di Avellino|Avellinese]] e del [[Subappennino Dauno]]. Nel giro di pochi anni, da umile bracciante divenne comandante di un esercito di oltre duemila uomini, guadagnandosi così l'appellativo di "Generale degli insorti",<ref>{{cita web|url=http://www.colombre.it/crocco|titolo= Recensione del documentario "Carmine Crocco dei briganti il Generale", su www.colombre.it|accesso=16 luglio 2009}}</ref> combattendo prima nelle file di [[Giuseppe Garibaldi]], poi con la resistenza borbonica e infine per se stesso. In circa quattro anni di latitanza, Crocco fu uno dei più temuti e ricercati briganti del periodo post-[[Unità d'Italia|unitario]] e su di lui pendeva una taglia di 20.000 lire.<ref name = DeLeo>{{cita libro| Antonio | De Leo | Carmine Cròcco Donatelli: un brigante guerrigliero | 1983 | Pellegrini |pag. 112, 119}}</ref> Tuttora al centro di pareri discordanti, è considerato un bandito e carnefice per alcuni e un eroe popolare per altri, specie nella sua natia [[Rionero in Vulture|Rionero]] e la [[Basilicata]] in genere<ref>{{cita libro| Mario | Battaglini | Il Brigantaggio | 2000 | Procaccini |pag. 202}}</ref>