Diffusione dell'aikido in Italia: differenze tra le versioni
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Questo fenomeno ha le proprie motivazioni ed affonda le proprie radici nel dilemma che generalmente colpisce la trasmissione di qualsiasi arte e conoscenza umana nel momento in cui essa si diffonde, cresce e diventa facilmente accessibile a tutti. Il dilemma consiste nella dicotomia ''qualità verso quantità e viceversa'', il cui rapporto inversamente proporzionale accentua la divergenza fra i due fattori al crescere di uno di essi. Per questa ragione a fronte della rapida espansione dell'Aikido in tutto il mondo, ad iniziare dal Giappone e dagli stessi allievi diretti del Fondatore, man mano che l'organizzazione della pratica aikidoistica crebbe e, nella necessità di gestire numeri crescenti di praticanti, si burocratizzò sacrificando sull'altare delle necessità gestionali le esigenze prioritarie della trasmissione diretta dell'Arte<ref>La trasmissione tradizionale delle arti marziali giapponesi tramandata invariata in Giappone fino alla persona di Morihei Ueshiba è detta ''I Shin den Shin'', che significa trasmissione diretta dell'Arte ''da cuore a cuore'' (anche tradotto ''da spirito a spirito'' o ''da mente a mente''), cioè al di là delle parole e delle spiegazioni verbali e razionali.</ref>, corrispondentemente fra coloro che maggiormente erano immersi in un interesse esclusivo di coltivazione profonda dell'Arte, aumentò il numero di chi avvertì come fuorviante l'eccessiva indulgenza verso le esigenze gestionali che li obbligavano ad un diverso rapporto fra insegnanti ed allievi, necessario in una didattica più cattedratica secondo il moderno stile occidentale dell'insegnamento e tendente a diminuire drasticamente la gravosità della pratica per potersi anche rivolgere alle esigenze di massa.<br>Un primo segnale di questo malessere fra generazioni di aikidoisti, arrivò già fin dai tempi delle costituzioni delle scuole autonome fondate dai primi allievi del Fondatore, resisi man mano indipendenti dall' ''Hombu Dojo Aikikai'' nel Giappone stesso [[Aikido: diffusione nel mondo#Ramificazione_del_lignaggio_in_differenti_stili_e_scuole_personali|(vedi tabella)]], ma il segnale più forte e più grave venne indubbiamente dal maestro ''Tadashi Abe'' [[Aikido: diffusione nel mondo#Il_lignaggio_dell'Aikido_in_Giappone:_gli_allievi_diretti_del_Fondatore|(vedi tabella)]] il quale, conclusa la propria permanenza in Europa e tornato in Giappone, di fronte alla commissione dei vertici dell' ''Aikikai So Hombu'' riuniti per consegnargli il certificato del diploma di 7° dan, rifiutò con rispettose ma inequivocabili parole il diploma stesso, dichiarando di non riconoscersi più nell'Aikido praticato negli anni '60 all' ''Hombu Dojo Aikikai'' e di riconoscere unicamente i gradi (6° dan) rilasciatigli dal suo maestro Ueshiba Morihei, non essendo interessato a fregiarsi di gradi rilasciati in modo collegiale da una commissione tecnica designata dell'Aikikai Foundation.<ref>Fonte: {{fr}} [http://www.aikidotakemusu.com/rubrique1.html Rubrique: ''Articles, Histoire de l’Aikido''] articolo di ''Philippe Voarino'' su "Aikido Journal N°1 - février 2002"</ref><br>La dissociazione dal modo con cui man mano nel tempo si è evoluta presso l' ''Hombu Dojo Aikikai'' la pratica dell'Aikido dopo la morte del suo Fondatore e la frammentazione che da tali prese di distanza ne è conseguita, ha dunque dei padri molto illustri e spesso la motivazione è da ricercarsi in un autentico e sincero desiderio di mantenere intatta la purezza originaria della trasmissione dell'Arte ricevuta dal proprio maestro, piuttosto che nella pura e semplice ambizione personale.
==== Fine anni '70:
A cavallo fra gli ultimi anni '70 ed i primissimi anni '80, per iniziativa
Questa sua origine d'ispirazione del tutto occidentale, indipendente dalla gerarchia dei maestri giapponesi e dalla loro iniziativa di diffusione dell'Aikido in Europa per conto dell'Aikikai Foundation, fu dovuta ad un suggerimento del maestro francese ''André Nocquet'' [[Aikido: diffusione in Europa#Pionieri_europei_si_recano_in_Giappone_ad_apprendere_l'Aikido|(vedi tabella)]] recepito da ''[[Paolo Corallini]]'' che all'epoca aveva trovato nel maestro francese il proprio riferimento ed era diventato suo assiduo discepolo. La U.I.A. si colloca quindi di fatto in Italia quale emanazione diretta della U.E.A. (Union Européenne d'Aïkido) che ''Nocquet'' aveva fondato nei primi anni '70 e di cui era Presidente.
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==== Anno 1985: arriva per la prima volta in Italia il maestro ''Morihiro Saito'' ====
In quest'anno il fondatore della scuola ''Takemusu Aiki Iwama Ryu'', maestro ''Morihiro Saito'', per la prima volta giunge in Italia
A partire dalla metà degli anni '80 inizia a diffondersi concretamente anche in Italia lo stile di Aikido ''Takemusu Aiki Iwama Ryu'', principalmente per opera ==== Anno 1990: nasce l'A.I.A. (Associazione Italiana Aikido) della scuola ''Kobayashi Aikido'' ====
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==== Anni 1990-1992: il M° ''Morihiro Saito'' estende la propria influenza in Italia ====
▲Negli anni a venire scuola Takemusu Aiki Iwama Ryu del maestro Morihiro Saito trova in Italia un valido appoggio anche nel M° Giorgio Oscari, già responsabile del settore Aikido nella federazione F.I.K.T.E.D.A. (F.I.L.P.J.) che aderisce al C.O.N.I.
''Giorgio Oscari'' avanzava nello studio dell'Aikido recandosi anche lui periodicamente in Giappone per ricevere gli insegnamenti del ''Takemusu Aiki'' direttamente dal maestro [[Morihiro Saito]] presso il suo Dojo di Iwama e nell'anno 1990 anche ''Giorgio Oscari'' invita il maestro ''Morihiro Saito'' in Italia per tenere dei corsi di ''Takemusu Aiki'' alla F.I.L.P.J..<br>Nel 1992 il M° ''Giorgio Oscari'' ospita presso il suo Dojo di Modena il M° ''Saito'' per un corso di perfezionamento, rafforzando la pratica del ''Takemusu Aiki Iwama Ryu'' presso la federazione F.I.L.P.J.
==== Anno 1998: nasce l'A.D.O.-U.I.S.P. (Area Discipline Orientali - U.I.S.P.) ====
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