Utente:Er Cicero/Sandbox/S0: differenze tra le versioni
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|PostCognomeVirgola = in [[lingua latina|latino]] ''
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==Biografia==
Nel [[486 a.C.]] ricopre la carica di [[questore]] e sostiene l'accusa di alto tradimento contro il popolare [[console plebeo]] [[Spurio Cassio Vecellino]]. Al termine del processo quest'ultimo, al termine del suo mandato, viene condannato a morte, e Valerio Potito diviene molto impopolare<ref>Tito Livio, ''Ab urbe condita libri'', Libro II, 41, ???.</ref>.
Proculo Virginio venne eletto [[console (storia romana)|console]] nel [[486 a.C.]] insieme a [[Spurio Cassio Vecellino]], che era al suo terzo incarico<ref name="Dionigi681">[[Dionigi di Alicarnasso|Dionigi]], Antichità romane, Libro VIII, 68, 1.</ref>. Durante il suo consolato fu alla testa dell'esercito in guerra contro gli [[Equi]], che si erano rifugiati nelle loro città fortificate; ne devastò le terre senza incontrare resistenza e ritornò infine in patria<ref name="Dionigi681" />. Nel frattempo il collega Spurio Cassio, sconfitti gli [[Ernici]], con un trattato annesse a Roma i due terzi del loro territorio e propose di distribuirlo, insieme a parte delle terre demaniali detenute abusivamente da [[patrizio (storia romana)|gente patrizia]], ai [[Latini]] e ai [[plebei]]<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', Libro II, 41, 1-2.</ref>; al progetto di Cassio si oppose proprio Proculo Virginio, sostenuto sia da senatori e patrizi, che vedevano minacciati parte dei propri averi, che dallo stesso popolo romano, che non voleva spartire la terra con gli alleati. La disputa rafforzò la popolarità di Virginio presso i [[Cittadinanza romana|''cives'' romani]] mentre il progetto di Cassio, a cui i più avevano voltato le spalle, non si realizzava a causa di una crescente ostilità<ref>Tito Livio, ''Ab urbe condita libri'', Libro II, 41, 7-9.</ref>; l'anno successivo, accusato di mire dittatoriali, Cassio fu processato, condannato a morte e giustiziato<ref>[[Dionigi di Alicarnasso|Dionigi]], Antichità romane, Libro VIII, 77, 1 - 78, 4-5.</ref>. ▼
Lucio Valerio venne eletto [[console (storia romana)|console]] nel [[483 a.C.]] insieme a [[Marco Fabio Vibulano]], che era al primo dei suoi tre incarichi<ref name="Dionigi681">[[Dionigi di Alicarnasso|Dionigi]], Antichità romane, Libro VIII, 68, 1.</ref>. Durante il suo consolato fu alla testa dell'esercito in guerra contro gli [[Equi]], che si erano rifugiati nelle loro città fortificate; ne devastò le terre senza incontrare resistenza e ritornò infine in patria<ref name="Dionigi681" />.
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==Note==
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{{Box successione
|carica = ''[[Fasti consulares]]''|immagine = LupaCapitolina.png
|precedente = [[
|periodo = ([[
|successivo = [[
|precedente2 = [[Appio Claudio Inregillense Sabino]] I<br> e<br> [[Tito Quinzio Capitolino Barbato]] I
|periodo2 = ([[470 a.C.]])<br> con [[Tiberio Emilio Mamercino]] I
|successivo2 = [[Tito Numicio Prisco]] II<br> e<br> [[Aulo Virginio Tricosto Celiomontano (console 469 a.C.)|Aulo Virginio Tricosto Celiomontano]]
}}
<nowiki>{{Portale|Antica Roma|Biografie}}
[[ca:Luci Valeri Potit (cònsol 483 i 470 aC)]]
[[es:
[[fr:Lucius Valerius Potitus Publicola]]
</nowiki>
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