Vittorio Dabormida: differenze tra le versioni

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===Vittorio da Bormida ufficiale inferiore===
 
Piemontese purosangue, come quasi tutti gli [[ufficiali]] dello [[Stato]] sabaudo di fine Ottocento, nato dal conte Giuseppe, allora [[tenente colonnello]] dell'[[artiglieria]], successivamente [[Ministro della Guerra]] e poi degli [[Esteri]], e Angelica de Negry della Niella, Vittorio Emanuele da Bormida il [[29 agosto]] del [[1859]] entrò come allievo nella [[Reale Accademia di Torino]], uscendone il [[15 dicembre]] [[1861]] col grado di [[sottotenente]] d'artiglieria. Il [[2 marzo]] [[1862]] entrò nello [[Stato Maggiore]] di quell'arma, per passare, il [[30 marzo]] [[1863]], nel 5° [[Reggimento]] d'artiglieria, dove fu promosso [[luogotenente]] il [[31 dicembre]]. Da Bormida prese parte alla [[Terza guerra d'di indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]], al comando di una colonna di rifornimento di munizioni. Il [[24 ottobre]] [[1866]] passò al corpo di Stato Maggiore e nel novembre del [[1867]] entrò, con gli altri tenenti dello Stato Maggiore, nella Scuola di guerra appena inaugurata. Terminato il corso biennale, divenne, il [[28 ottobre]] [[1870]], insegnante di storia militare nella stessa scuola. Testimonianza di questa sua attività è il “''Sunto di lezioni sullo svolgimento storico dell'arte della guerra prima della rivoluzione francese''", che egli setsso scrisse di suo pugno. Nel frattempo, il [[26 marzo]] [[1868]], era stato promosso [[capitano]] nel corpo di Stato Maggiore. Furono anni fecondi per la sua attività di scrittore: nel [[1876]] a [[Torino]] stampava ''[[Vincenzo Gioberti]] e il [[generale]] da Bormida''. Fu spinto a quest'opera dal desiderio di scagionare suo padre dalle accuse che Gioberti gli aveva indirizzato.
 
===Importanti pubblicazioni===