Eligius Pruystinck: differenze tra le versioni

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La sera, nel boulvard des Capucines, agli insulti di alcuni manifestanti, i soldati del 14° Reggimento di fanteria reagiscono sparando: vi sono 52 morti, che nella notte vengono portati per le strade di Parigi alla luce delle torce, rinfocolando l'indignazione. Nella città le barricate sono ormai 1.500 e l'insurrezione si organizza, guidata dalle società segrete rivoluzionarie, formate da operai e artigiani, che trascinano con sé gli studenti.
 
Il [[24 febbraio]] nel palazzo reale delle [[Tuileries]] regna il panico: il maresciallo [[Thomas Robert Bugeaud|Bugeaud]], nominato comandante in capo dell'Esercito e della Guardia nazionale, è convinto di poter soffocare la sommossa, ma Luigi Flippo rinuncia alla soluzione di forza. Quando, a mezzogiorno, i rivoluzionari cominciano ad attaccare il palazzo, il re abdica in favore del nipote, il decenne [[Luigi Filippo Alberto d'Orléans|conte di Parigi]], affidando la reggenza alla madre, la [[Elena di Meclemburgo-Schwerin|duchessa d'Orléans]], e parte per l'esilio in Inghilterra, dove già si è rifugiato Guizot. La reggente si reca al Parlamento, dove gli orléanisti sono la maggioranza, per far proclamare ufficialmente la reggenza, ma i rivoluzionari forzano la situazione: mentre i deputati rappresentanti dell'alta borghesia sperano di formare un nuovo governo in continuità con il vecchio per mantenere la monarchia a garanzia dei propri interessi, palazzo Borbone è invaso e viene chiesta la Repubblica e un governo provvisorio che ne sia espressione.
 
La Rivoluzione è costata 350 morti e 500 feriti. Il [[25 febbraio]] viene costituito il nuovo governo: a suo capo è il vecchio avvocato [[Jacques-Charles Dupont de l'Eure|Dupont de l'Eure]], ministro degli Esteri e di fatto vero capo del governo è un liberale moderato, il poeta Lamartine. Ne fanno parte sette repubblicani moderati, che hanno il loro riferimento nel giornale «Le National», due repubblicani radicali, Ledru-Rollin e Flocon, e due socialisti utopisti, Louis Blanc e Alexandre Martin. La breve e drammatica stagione della Seconda Repubblica ha inizio.